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Stellantis, Urso: "Governo ha già dato, ora tocca all'azienda"

Sindacati: "Bene conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi ma tutelare indotto"

Economia
Stellantis, Urso: "Governo ha già dato, ora tocca all'azienda"
(Teleborsa) - "Con il tavolo sul sito Stellantis di Melfi, alla presenza del presidente della Basilicata, Guido Bardi, inizia un percorso di analisi dei singoli stabilimenti alla presenza di sindacati, Regioni, azienda e Anfia. Domani sarà il turno di Mirafiori e giovedì di Atessa, sui veicoli commerciali. Una seconda fase anche per comprendere quali siano le strategie che Stellantis vorrà mettere in campo. Alla fine di questo secondo tempo vorremo giungere a un documento conclusivo vincolante sia per l'azienda che per il Governo e le Regioni, condiviso dalle parti sociali e dall'Anfia". È quanto ha affermato – secondo quanto si apprende – il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in apertura del tavolo sullo stabilimento Stellantis di Melfi. "Stellantis – ha spiegato Urso – ha ribadito che intende realizzare cinque modelli a Melfi, che era l'impegno preso da Tavares quando ci incontrammo al Mimit".

"Il Governo ha già messo in campo la politica, ha già dato. Ora tocca all'azienda dare all'Italia – ha detto Urso –. Al termine dei tavoli sui vari stabilimenti italiani di Stellantis avremo sufficiente chiarezza su quali possono essere le prospettive sulla produzione, sui modelli, gli investimenti e sull'occupazione nei singoli siti noi abbiamo presentato ciò che il governo è riuscito a fare: abbiamo cambiato la politica europea sull'auto, indirizzato l'Europa a tutelare la produzione nazionale nell'elettrico rispetto alla concorrenza sleale cinese, realizzato un piano straordinario per incentivare l'innovazione, un piano incentivi di quasi un miliardo di euro per indirizzare l'acquirente verso la produzione nazionale". Gli ecoincentivi, ha aggiunto Urso, sono "una cartina di tornasole: se quest'anno aumenterà in maniera significativa la produzione nazionale di auto confermeremo la misura l'anno prossimo. Altrimenti, destineremo le ulteriori risorse del fondo a sostenere nuovi produttori. Oggi non ha presentato un piano completo. Abbiamo chiesto che nel più breve tempo possibile presentino un piano stabilimento per stabilimento. Vedremo se c'è un terreno comune di confronto per un piano condiviso con le parti sui piani di sviluppo dei siti". Il governo "tirerà le somme quando chiuderemo il confronto – ha detto Urso – quello su cui sono stato chiaro è che il governo ha sviluppato una politica dell'auto in Europa, cambiando i dossier, e in Italia, con gli incentivi all'acquisto. Ora è necessaria una risposta significativa e concreta sull'aumento dei livelli produttivi e il mantenimento dei rapporti con l'indotto".

L'Italia – ha aggiunto il ministro delle Imprese e del made in Italy – è il Paese "con maggiore attrattività" per i produttori di auto, perché è "l'unico Paese in Europa ad avere una sola casa automobilistica. Negli altri Paesi ci sono da 4 a 7 produttori. C'è un mercato interno che facilmente può acquisire i prodotti di un'altra casa. Il delta tra produzione e immatricolazione – ha proseguito – è il più alto in Europa. Abbiamo anche la fortuna di avere una forza lavoro predisposta, con un'industria dell'indotto eccellente all'Italia e all'estero. Abbiamo le migliori condizioni per attrarre altre case automobilistiche. Forse anche per questo il numero che si è affacciato a questo ministero sia ormai di 6-7-8 case automobilistiche".

Soddisfatti i sindacati della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi ma non mancano le polemiche. "Confermati a Melfi 5 modelli full elettric, ma resta l'incongnita sulla capacità di saturazione degli impianti e dell'indotto" commenta il leader della Fim, Ferdinando Uliano, al termine dell'incontro al Mimit sullo stabilimento Stellantis di Melfi. L'azienda, ha riferito la Fim, ha ricordato come il gruppo abbia istallanto a Melfi la piattaforma Stella Medium (per le produzioni dei segmenti C e D), una piattaforma estremamente flessibile, confermando la produzione di 5 vetture multibrand full electric a Melfi. L'implementazione dei primi modelli è già in corso, il primo modello sarà legato al brand DS e tutti e 5 i modelli avranno una calendarizzazione che si dipanerà nei prossimi 2 anni, entro 2026. Come capacità produttiva inziale si pensa a circa 40 vetture ad ora, per un tolate di 260mila vetture anno che dovrebbero saturare l'impianto. Per quanto riguarda le attuali produzioni, la 500 X continuerà fino prima metà 2025, mentre la Jeep Renegate si protrarrà fino al 2026. Uliano ha precisato come Melfi rappresenti un unicum rispetto agli altri stabilimenti italiani, in particolare per il sistema dell'indotto che ruota esclusivamente intorno al sito produttivo di Stellantis che complessivamente impiega circa 9 mila lavoratori tra diretti (5675) e indiretti. Uliano ha poi ricordato come lo stabilimento di Melfi oggi produca 170mila unità, circa la metà di quelle che si producevano sette anni fa. Le attuali tre vetture prodotte verranno sostituite con 5 modelli full electric, resta da capire il modello Opel che era stato annunciato con cosa verrà sostituito e le tempistiche. "Soprattutto – ha detto Uliano – abbiamo la necessità di capire se la proiezione rispetto ai volumi dei 5 modelli full electric sarà capace di saturare gli impianti o gli impatti effettivi sull'occupazione, perché per noi sarà necessario gestire e preservare l'occupazione. A questo si aggiunge anche la nostra preoccupazione rispetto alle aziende della componentistica su cui non abbiamo ancora una risposta. Per quanto riguarda gli incentivi sarà necessario avere una continuità visto che resta un delta nei costi dell'elettrico rispetto alle motarizzazioni endotermiche di oltre il 40% in più a cui vanno aggiunti sostegni e incentivi per sostenere la ricoversione industriale in particolare della componentistica. Sarà fondamentale la definizione a termine dei vari incontri di stabilimento, di un accordo complessivo che stabilisca concretamente impegni e garanzie di tutti i soggetti presenti al tavolo a partire da Stellantis".

"Siamo soddisfatti della conferma dei cinque modelli da parte di Stellantis a Melfi sulla futura piattaforma medium, ma chiediamo che una parte di questi sia ibrida giacché i full electric stentano ad imporsi sul mercato. Inoltre chiediamo tutele per i lavoratori dell'indotto, vale a dire della componentistica, dei servizi e della logistica, che a ben vedere sono i più esposti ai rischi occupazionali – dichiara Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, al termine dell'incontro al Mimit –. Per la fabbrica Stellantis di Melfi abbiamo accolto con sollievo la conferma dei cinque modelli sulla futura piattaforma medium, ma chiediamo che si prenda in considerazione la possibilità di produrre anche vetture ibride e quindi non di focalizzarsi esclusivamente sul full electric. A detta di Stellantis la capacita iniziale dello stabilimento sarà pari a 40 vetture per ora, ossia a 260mila vetture anno, ma un numero del genere sarebbe difficile raggiungerlo con vetture esclusivamente elettriche, che stanno facendo molta fatica ad imporsi fra i consumatori, tanto da indurre ad un approccio più equilibrato e gradualista perfino la politica europea. Per le stesse ragioni chiediamo di prorogare al massimo la produzione degli attuali modelli con motorizzazioni più tradizionali". "Resta in ogni caso da affrontare il problema più drammatico – aggiunge Ficco – che è quello dei lavoratori dell'indotto, che ammontano a circa 4mila persone a fronte di circa 5.500 dipendenti diretti di Stellantis. Ebbene per loro chiediamo meccanismi di passaggio dalle imprese che perdono le commesse a quelle che le vincono o che le reinternalizzano, nonché più specificamente a Stellantis un atteggiamento di responsabilità sociale verso un tessuto industriale che è mono committente. Infine appoggiamo la richiesta della Regione Basilicata di abolire il costo di utilizzo della cassa integrazione, cosa assolutamente urgente per le imprese che versano in maggiore difficoltà". A Melfi "abbiamo conquistato con le forze sindacali una missione produttiva per i prossimi anni – conclude – ma ci sono aspetti del piano industriale che vanno migliorati e da soli non possiamo farcela, tanto più che le ricadute occupazionali della transizione elettrica saranno pesantissime, nel migliore dei casi quantificabili in una perdita del 30% dei posti di lavoro. Occorre che il Governo adotti quanto prima le proposte scaturite proprio dai tavoli tecnici del Mimit, condivise da sindacato, imprese e istituzioni, a incominciare da quelle relative al rafforzamento degli ammortizzatori sociali e allo sgravio dei costi dell'energia. Speriamo che la articolazione del confronto del tavolo automotive stabilimento per stabilimento, distretto industriale per distretto industriale, possa dare finalmente concretezza alla discussione col Governo e con Stellantis, abbandonando chimere e rimpianti, concentrandoci piuttosto sugli aspetti più problematici del piano industriale e della transizione all'elettrico".

"Al tavolo di oggi Stellantis non ha risposto alle garanzie sociali, produttive e occupazionali per i suoi dipendenti e per quelli dell'indotto. Attualmente a Melfi si assemblano le Jeep Renegade, la Jeep Compass e la Fiat 500X. Stellantis ha annunciato con l'arrivo della piattaforma STLA Medium 5 nuovi modelli elettrici, i cui tempi non sono allineati rispetto a quelli degli incentivi – dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil –. Il primo modello previsto sarà DS, mentre l'attuale 500X sarà prodotta fino alla prima metà del 2025 e le due Jeep fino a tutto il 2026. Attualmente le lavoratrici e i lavoratori sono tutti in contratto di solidarietà fino a luglio 2024 . Per quanto riguarda i dipendenti di Stellantis si deve registrare che la maggior parte degli ultimi assunti a Melfi (i 1.800 dell'epoca del Jobs Act) sono già usciti con gli incentivi all'esodo. Con i nuovi esuberi annunciati in questi giorni, circa 500, e gli oltre 700 in trasferta, stiamo accompagnando un processo di dismissione industriale perché non si stanno prevedendo investimenti in produzione, in nuovi modelli e nella rigenerazione dell'occupazione. Le aziende della componentistica e della logistica stanno già pagando l'effetto del calo dei volumi produttivi, l'internalizzazione di diverse attività in Stellantis e l'esclusione dalla possibilità di partecipare alle gare per nuove commesse. Senza risorse pubbliche e private non c'è la possibilità di gestire la transizione ecologica, il punto però è porre dei vincoli e arrivare ad un'intesa che serva a dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori. L'intera discussione su l'automotive iniziata al Mimit lo scorso 6 dicembre, deve prevedere un impegno vincolante da parte di Stellantis. La mancanza di risposte concrete da parte dell'azienda, in relazione agli investimenti finalizzati a rilanciare la produzione e l'occupazione nello stabilimento di Melfi e nell'indotto, rischia di vanificare anche gli interventi fatti dal Governo per l'istituzione dell'area di crisi complessa con lo stanziamento di 20 milioni di euro per quell'area in Basilicata". "Abbiamo chiesto unitariamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un tavolo a Palazzo Chigi – concludono De Palma e Gesmundo –, perché abbiamo bisogno di un tavolo nazionale, non di tavoli regionali, al fine di arrivare ad una trattativa vera e quindi ad un accordo. Intanto nei prossimi incontri, a partire da domani su Mirafiori e giovedì su Atessa, auspichiamo che Stellantis cominci a dare le risposte che oggi su Melfi non ha dato. Il 12 aprile ci sarà uno sciopero unitario con manifestazione a Torino di tutto il settore automotive, uno sciopero che parla a tutta la città e al Paese".



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