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Poste, da Camera ok DPCM cessione ma tutela interessi pubblici e occupazione

Senato: ok senza osservazione

Economia
Poste, da Camera ok DPCM cessione ma tutela interessi pubblici e occupazione
(Teleborsa) - Nella cessione di una quota del Ministero dell'Economia detenuta in Poste italiane, il governo valuti l'opportunità di "dare priorità" ai risparmiatori italiani e ai dipendenti della società, attuare la cessioni in tempi e modalità per consentire "la più proficua valorizzazione" delle quote cedute, prevedere "presidi di tutela degli interessi pubblici" e adottare le iniziative necessarie a "non pregiudicare il livello occupazionale e la presenza sul territorio". È quanto si legge nel parere, favorevole con osservazioni, sul Dpcm relativo all'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Mef in Poste Italiane, parere approvato dalla Commissione trasporti della Camera. I voti favorevoli sono stati 14 e 11 quelli contrari.

Il parere della maggioranza in Commissione Trasporti alla Camera "conferma che l'obiettivo del Governo Meloni è solo ottenere il massimo profitto dall'operazione svendita di #PosteItaliane". Così su X il deputato del Pd, Andrea Casu, commenta il via libera della Commissione di Montecitorio al Dpcm sulla cessione di una quota del Mef detenuta in Poste Italiane. "Una scelta tutta politica senza nessuna relazione tecnica - aggiunge - nessuna rassicurazione per le lavoratrici e i lavoratori a fronte di un piano strategico che già tira in ballo i primi 10.000 tagli al personale". "Vince la linea Giorgetti - prosegue Casu - carta straccia le rassicurazioni di Urso" che rispondendo al Question Time a una interrogazione presentata dal Pd "aveva garantito che la quota pubblica non sarebbe scesa sotto il 51%.

Via libera della Commissione del Senato competente su Ambiente e Comunicazioni al Dpcm sulla cessione di una quota del Mef detenuta in Poste italiane. La Commissione ha approvato il parere favorevole, senza osservazioni.

Dopo i pareri delle Commissioni parlamentari il Dpcm, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 25 gennaio, deve tornare in Cdm per l'approvazione definitiva
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