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Ricerca Thales: cresce traffico internet associato ai bot dannosi (+32%)

Economia
Ricerca Thales: cresce traffico internet associato ai bot dannosi (+32%)
(Teleborsa) - Thales, tra i leader della cybersecurity a livello mondiale pubblica uno studio globale sul traffico internet associato ai bot automatizzati. Quasi la metà (49,6%) di tutto il traffico internet nel 2023 proviene infatti da bot, il livello più alto da quando il Gruppo ha iniziato a monitorare il traffico nel 2013, mentre il traffico proveniente da utenti umani è poco più del 50% (50,4%).

Per il quinto anno consecutivo la percentuale di traffico web associato ai bot dannosi è cresciuto al 32%. Il traffico automatizzato costa alle organizzazioni miliardi di dollari all’anno a causa degli attacchi ai siti web e alle app. I bot dannosi rappresentano una delle minacce più pervasive e in crescita che ogni settore deve affrontare, come il web scraping (estrazione di dati da un sito web), compromissione e acquisizione di account, spam, etc che colpiscono i servizi online e richiedono alle aziende grandi investimenti. I settori più colpiti dai bot dannosi sono il gaming (57,2%), la vendita al dettaglio (24,4%), i viaggi (20,7%) e i servizi finanziari (15,7%).

La percentuale di bot dannosi che imitano il comportamento umano ed eludono le difese è stata più alta sui siti web governativi (75,8%), Entertainment (70,8%) e Servizi Finanziari (67,1%).

"I bot sono una delle minacce più pervasive e in crescita che ogni settore deve affrontare", afferma Nanhi Singh, General Manager, Application Security di Imperva, società del Gruppo Thales. "Dal semplice web scraping alla creazione di account dannosi, allo spam e all’impossibilità di utilizzare i servizi di rete, i bot hanno un impatto negativo sulle organizzazioni, colpiscono i servizi online e richiedono grandi investimenti per supporto ai clienti e le infrastrutture. Le organizzazioni devono affrontare in modo proattivo la minaccia dei bot dannosi, poiché gli aggressori si concentrano sugli abusi relativi alle API che possono portare alla compromissione dell'account o all'esfiltrazione dei dati".




(Foto: © LCVA | Dreamstime.com)
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