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Var Group, il ceo Francesca Moriani: "Le più belle idee nascono da una visionaria follia"

Francesca Moriani, AD di Var Group, sbarca a Venezia come main partner di “Solmi – Ship of Fools”: l’intervista

Cultura, Economia
Var Group, il ceo Francesca Moriani: "Le più belle idee nascono da una visionaria follia"
(Teleborsa) - Francesca Moriani, ceo di Var Group, che accompagna le imprese nel loro percorso di trasformazione digitale, è a Venezia come main partner della mostra di Federico Solmi “Ship of Fools”, nell’ambito della 60^ Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia. La personale del pioniere della Media Art ha aperto il 18 aprile 2024 presso Palazzo Donà delle Rose per restarvi fino al 28 luglio con 10 opere video, 10 dipinti, sculture in ceramica, un’opera in VR e un dipinto monumentale. L’artista ha collaborato proficuamente con l’azienda leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali e Moriani ci ha spiegato qual è stato il contributo del suo gruppo alla visione di Solmi, sottolineando il ruolo di preminenza del digitale per tutte le imprese che vogliono essere competitive oggi e preparate al futuro.

La tua azienda è leader nella digital transformation: qual è la strategia di Var Group per dare vita o rafforzare l’anima digitale delle imprese che si rivolgono a voi?

Var Group è leader nel mondo della trasformazione digitale. Il nostro purpose è quello di accompagnare le aziende nel percorso, appunto, di trasformazione digitale e è fondamentale in questo percorso, soprattutto negli ultimi anni, avere a disposizione grandi competenze e soprattutto tanta creatività ed innovazione. Il nostro obiettivo è quello di supportare le aziende capendone il business, capendone i bisogni e mettendo a disposizione tutta la nostra conoscenza per aiutarli in questo percorso.

Quali sono i trend tecnologici e i nuovi modelli organizzativi che possono aumentare la competitività di un’azienda oggi?

Oggi i trend tecnologici sono tantissimi e la tecnologia negli ultimi anni ha avuto una crescita dirompente. Non abbiamo mai vissuto prima una crescita così esponenziale. Le piattaforme digitali oggi entrano in qualsiasi ambito di business dei clienti, delle aziende e ne valorizzano la propria competitività. Ma per riuscire a sfruttarli al meglio è necessario e fondamentale rivedere anche i modelli organizzativi. Molte delle aziende continuano a lavorare basandosi su modelli organizzativi che affondano le proprie radici negli anni 60 (come il Taylorismo o il Fordismo), ma oggi il mondo sociale è completamente cambiato. La socialità in cui noi viviamo, il contesto in cui viviamo è completamente evoluto e completamente cambiato ed è obbligo per tutte le imprese rivedere anche il proprio modello organizzativo per riportare le persone al centro, in una logica di organizzazione aperta, leadership diffusa, conoscenza e responsabilità condivisa, togliendo tutte quelle gerarchie e quella distanza tra i Vari ruoli manageriali all'interno delle aziende. Solo così potremo sfruttare al massimo la potenza delle piattaforme digitali.

Quali sono le sfide più imminenti e stimolanti che un’azienda come Var (locally close e globally strong) ha di fronte a sé per il prossimo futuro?

Io sono una grandissima sognatrice e nella mia esperienza professionale sognavo di fare il manager di una grande multinazionale. Poi la vita mi ha portata a lavorare all'interno di Var Group, ad assumere il ruolo di amministratrice delegata. Ma i sogni dobbiamo sempre riuscire a realizzarli e quindi da qualche anno abbiamo intrapreso un percorso di internazionalizzazione che oggi ci vede presenti in dieci Paesi oltre quello italiano. E questo per aiutare e supportare le aziende. Quindi la più grande sfida in questo momento è da italiani andare a conquistare il mondo.

In che modo l'eccellenza del made in Italy è riuscita a sposarsi con l'accelerazione digitale?

Il Made in Italy è conosciuto in tutto il mondo e i nostri settori, dal fashion all'automotive al food, sono riconosciuti e l'italianità è veramente un asset importante per tutto il mondo. In Italia, ahimè però, ci siamo molto concentrati su quello che è il bello del prodotto, la produzione, e abbiamo sempre un po’ trascurato gli ambiti di trasformazione digitale e di tecnologia e negli anni si è venuto a creare un gap veramente importante tra quella che è l'evoluzione digitale italiana e quella che è l'evoluzione nel resto nel resto del mondo. Devo ammettere che negli ultimi anni, da addetti ai lavori questo gap si sta fortemente squarciando perché le aziende italiane, il Made in Italy, il bello della nostra imprenditorialità, ha compreso l'importanza delle piattaforme digitali e sta fortemente investendo per riconquistare la competitività persa durante gli ultimi decenni.

Come sostenitori di artisti e aziende visionarie che condividono la vostra prospettiva, quali sono i vantaggi del digitale per favorire la crescita?

Per essere competitivi nel mondo di oggi, nel digitale, dobbiamo veramente valorizzare creatività ed innovazione, perché oggi si può veramente far tutto con il digitale lo vediamo anche nella nostra vita personale. E quale altro binomio è così performante che non mettere il digitale insieme all'arte? Per questo abbiamo costituito e stiamo sperimentando attraverso Var Digital Art Iil binomio tra l'arte e il digitale. E questo devo dire che sta veramente facendo uscire tanta voglia di creatività e innovazione all'interno delle persone.

L'integrazione tra impresa, arte e digitale rappresenta una delle missioni di Var, con la nascita - nel 2018 - di Var Digital Art by Var Group. Com’è nata questa progettualità interna si sostegno e sviluppo dell’arte contemporanea?

Var Digital Art è nata nel 2018. É semplicemente ascoltando la passione di alcuni colleghi. Alcuni colleghi con la passione dell'arte mi hanno proposto di far nascere Var Digital Art per riuscire a mettere insieme quello che è il digitale, le imprese e l'arte. E da lì è nato appunto questo bellissimo progetto che oggi vede la realizzazione con la nostra presenza alla Biennale di Venezia. E io ho sempre creduto che riuscire a valorizzare i diversi punti di vista, le diversità e le unicità delle persone che hanno esperienza di vita diversa, sia la chiave del successo. Perché solo attraverso la conoscenza di punti di vista diversi che si uniscono in qualcosa di unico è veramente un punto di successo.

Quali risorse state mettendo in campo nell'agevolare questa comunicazione tra mondi così diversi?

L'arte nasce dalla passione di alcune persone e quindi è proprio attraverso l'ascolto e l'ampliamento di questo team che siamo riusciti a mettere in pista questo progetto. Da amministratrice delegata, ho bisogno di un piano strategico di azione: sono stati stanziati un budget economico a supporto di questa iniziativa e abbiamo iniziato a collaborare un paio di anni fa con Davide Sarchioni che è il nostro curatore artistico. E ovviamente un percorso che come tutti i bellissimi piani strategici che hanno un valore per l'azienda, richiedono un investimento ma hanno anche dei bellissimi ritorni misurabili sull'investimento.

Nella collaborazione con il pioniere della media art Federico Solmi e la sua personale a Venezia “Solmi – Ship of Fools” siete stati sia main partner - capofila di eccellenza statunitensi - sia fornitori di ingegno. Com’è nata questa collaborazione?

Var Group insieme a Var Digital Art è il main partner della mostra di Federico Solmi “The Ship of Fools”. Tra l'altro un nome che è molto evocativo anche per Var Group, perché io ricerco sempre un po’ di follia all'interno delle persone. Una delle mie frasi preferite di Erasmo da Rotterdam è che “le più belle idee non nascono dalla ragione, ma da una lucida e visionaria follia” perché è solo riuscendo a pensare fuori dagli schemi che si ottengono i migliori risultati. È stato un percorso come dicevo, che è durato un paio di anni, insieme a Davide Sarchioni e Alessandro Tiezzi, che poi è alla leadership del progetto Var Digital Art all'interno appunto di Var Group e abbiamo stretto questa bellissima collaborazione che ci ha portato oggi ad essere qua presenti come main partner ma anche ad aver reso disponibile la nostra conoscenza del mondo del digitale e i nostri strumenti che utilizziamo quotidianamente per realizzare alcune opere che sono di una bellezza straordinaria.
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