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L'Eurozona segna il passo: PMI ai minimi da oltre un anno

Economia, Macroeconomia
L'Eurozona segna il passo: PMI ai minimi da oltre un anno
(Teleborsa) - L’eurozona frena nel mese di marzo, registrando il tasso di crescita più basso da inizio 2017, indicativo di un rallentamento del tasso di espansione per il secondo mese consecutivo.

Dalla stima flash, che analizza circa l’85% delle risposte totali, l’Indice PMI IHS Markit Composito dell’eurozona si è posizionato a marzo su 55,3 punti, mostrando un calo dai 57,1 di febbraio. Deluse le previsioni del mercato che erano per 56,7 punti.

La crescita della produzione è rallentata sia nel manifatturiero che nel terziario, segnando in quest’ultimo il più lento tasso di espansione degli ultimi cinque mesi. Allo stesso tempo, il settore manifatturiero ha indicato il più debole incremento da gennaio 2017.

Il PMI del Settore Manifatturiero indica infatti una diminuzione dal valore di 58,6 di febbraio a 56,6 punti. Il dato è al di sotto delle previsioni che indicavano un livello di 58,1 punti, ma si conferma al di sopra della soglia di non cambiamento di 50.

In decelerazione anche il settore servizi, con il relativo PMI delle attività terziarie che si porta a 55 da 56,2, contro un consensus di 56.

Fra le maggiori economie europee, in calo il PMI francese (manifatturiero a 53,6 da 55,9; composito a 56,2 da 57,3) così come quello tedesco (manifatturiero a 58,4 da 60,6; composito a 55,4 da 57,6).

"Nonostante la media PMI del primo trimestre rimane relativamente elevata e indicativa di una crescita del PIL dello 0,7–0,8%, la perdita di vigore dal positivo inizio anno è stata abbastanza elevata", ha commentato il capo economista di Markit, Chris Williamsson.

“Parte del rallentamento è stato attribuito alle avverse condizioni metereologiche che hanno afflitto le regioni del nord forse, fattore ancore più importante, alle difficoltà iniziali dovute alla recente impennata della crescita", ha proseguito l'economista concludendo che "entrano in gioco anche altri fattori: il fatto che la crescita degli ordini esteri si sia più che dimezzata dalla fine dello scorso anno, suggerisce come il rafforzamento dell’euro rappresenta un ostacolo per le esportazioni".
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