(Teleborsa) - La ripresa c'è e si inizia a vedere con più decisione in Europa, dove
l'attività industriale mostra un apprezzabile risveglio, fatte salve alcune differenze in ambito locale.
Secondo il consueto rapporto mensile di Markit, il dato sul
PMI manifatturiero ha accelerato a marzo a 52,2 punti, meglio della
stima preliminare di 51,9 punti e rispetto alle attese degli economisti, che indicavano una conferma del dato originario. L'indice che esprime le aspettative dei direttori acquisto del settore industriale, relativamente ad una serie di variabili (produzione, ordini, occupazione, prezzi ecc.),
si è anche rafforzato oltre la soglia critica dei 50 punti, al di sopra della quale scatta l'espansione dell'attività (se scende sotto segnala al contrario recessione).
A sostenere la ripresa dell'industria contribuisce anche il
forte deprezzamento dell'Euro, che ha stimolato la ripresa dell'
export e della produzione, pur a fronte di un aumento dei costi input, fatte salve le materie prime energetiche. Questa ripresa ha stimolato anche un
miglioramento sul fronte occupazionale.
La ripresa si è avvertita un po' ovunque in Europa, almeno fra le grandi economie del continente: Spagna sui massimi da due mesi a 54,3,
Italia al top da undici mesi a 53,3, Germania ai massimi da quasi un anno a 52,8, Francia sui livelli migliori del bimestre a 48,8 (ma ancora in zona contrazione).
Secondo il
capo economista di Markit, Chris Williamson, i dati mostrano una
"rivitalizzazione" dell'economia europea, dopo la frenata dello scorso anno. "Questo sta rafforzando la ripresa - sottolinea -
anche se il tasso di espansione appare ancora modesto" a causa dello stato di alcuni Paesi (Francia, Grecia ed Austria), che restano ancora in zona recessione.