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Barometro CISL, benessere in ripresa ma ancora lontano dai livelli pre-crisi

Economia, Welfare
Barometro CISL, benessere in ripresa ma ancora lontano dai livelli pre-crisi
(Teleborsa) - Si chiama 'Barometro' ed è il nuovo indicatore del benessere delle famiglie elaborato dalla Cisl che ogni quattro mesi fornirà una lettura aggiornata dell'andamento delle principali variabili che influenzano la vita economica degli italiani: l’attività economica, il lavoro, l’istruzione, i redditi e la pressione fiscale.

Un indice che nella situazione attuale, complessivamente, registra più nuvole che sole visto che la ripresa per le famiglie è ancora oscurato da tempo incerto, anche se, all'orizzonte la tendenza mostra spiragli di miglioramento. A presentare l'iniziativa il segretario della CISL Anna Maria Furlan che parlando del Barometro assicura: "sarà un supporto all'elaborazione strategica del gruppo dirigente della CISL a tutti i livelli, ma anche un analisi puntuale ed un riferimento per valutare in maniera sistemica e trasparente l’azione della politica economica.

Il Barometro offre un quadro complessivo e affidabile dei fenomeni socio-economici a più rapida evoluzione, che costituiscono una parte importante anche se non esclusiva del benessere delle famiglie e del Paese", ha sottolineato la Furlan.

Le famiglie sono lontane dal recuperare i livelli del 2007, prima della grande caduta. Fatto 100 il valore del barometro complessivo in quell'anno, il livello è caduto fino a 95,8 nel 2013. Una tiepida ripresa ha invertito la tendenza nell'ultimo biennio e nel terzo trimestre 2015 il valore dell'indicatore complessivo si colloca a 98,1.

Tante le nuvole, dunque, che oscurano l'orizzonte delle famiglie italiane. L'indicatore delle attività economiche, infatti, quello che analizza l'andamento del PIL e del reddito disponibile, nonostante la mini crescita degli ultimi tempi, è quello che si trova più lontano dai livelli pre-crisi del 2007: il PIL pro-capite è caduto da circa 7.300 euro a trimestre nel 2007 a poco più di 6.600 nel corso del 2015; analoga parabola per il reddito disponibile a prezzi costanti nonostante "il limitato recupero" del 2015.

E se una "tiepida ripresa" ha invertito la tendenza negli ultimi due anni, tale da riportare l’indicatore a 98,1, questa non appare sufficiente ad invertire la rotta, soprattutto sul fronte lavoro.

D'altra parte, spiegano ancora i tecnici Cisl, la capacità di spesa non è stata sostenuta dai prestiti alle famiglie e lo stesso QE voluto dalla BCE "non è riuscito nell'intento", nonostante l'evoluzione più favorevole dei tassi di interesse.

Ma è il Barometro sul lavoro quello a registrare il malessere più grave. Nonostante nel 2015 l’occupazione sia cresciuta in maniera significativa e sia aumentato il numero dei dipendenti a tempo indeterminato, "il cammino è ancora lungo", spiega ancora la CISL.

Anche il tasso di disoccupazione è un po' più leggero rispetto a 12 mesi fa: ma "siamo ancora molto lontano dai livelli precedenti la crisi". I dati più recenti del lavoro, riflettono "una ripresa economica poco tonica" e nell'ultimo trimestre la tendenza dell’occupazione "è stata meno favorevole rispetto all'estate".

Secondo la Cisl “bisogna dunque lavorare, per rafforzare gli impulsi positivi" a cominciare dalla scelta "di rendere più conveniente per le imprese il lavoro stabile piuttosto che quello precario". Ma non solo. Il barometro registra anche come le donne tra i 25 ed i 49 anni con bambini in età prescolare abbiano un tasso di occupazione decisamente più basso delle donne senza figli il cui indicatore, in una conciliazione vita lavoro, che poggia su reti di parentela piuttosto che su una disponibilità adeguata di asili nido e scuole materne. Nel tempo si vede un miglioramento, anche se lento, di questo indicatore, che, fatto 100 il tasso di occupazione delle donne tra 25 e 49 anni senza figli, passa da 70,9 a 77 nel 2015. Ciò è dovuto probabilmente anche al fatto che le difficoltà di lavoro per gli uomini hanno portato le partner a cercare un lavoro, pure in presenza di bambini piccoli.

In leggerissimo miglioramento invece il Barometro relativo ai redditi che hanno "risentito pesantemente della crisi e delle manovre restrittive di bilancio": a trainare una certa ripresa il bonus di 80 euro per il settore privato, la sentenza della Consulta sulle pensioni e l'inattesa deflazione dei prezzi. E questo nonostante una pressione fiscale alta che però nel 2015, per gli interventi relativi al bonus e all'aumento della no tax area, ha visto un'aliquota complessiva inferiore a quella del 2007 per le retribuzioni più basse e superiore per quelle medie e medio alte.



Barometro positivo, l'unico, invece, quello calcolato sull'istruzione: fatto 100 il livello nel primo trimestre 2007 ha toccato quota 103 nel primo semestre 2015. Ad incidere positivamente il tasso di scolarizzazione superiore e quello, ancora positivo, della quota di persone tra i 30 e i 34 anni in possesso di una laurea mentre continuano a pesare i neet, giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano né lavorano.
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