(Teleborsa) -
Prevalgono le vendite sui principali listini asiatici, vittime di qualche presa di profitto dopo le
corse della vigilia ma anche dell'
inversione di rotta del petrolio.
I prezzi del greggio hanno ripreso a scendere dopo un
breve rally sostenuto dal
rapporto sui pozzi attivi negli Stati Uniti e dal
report di medio termine dell'International Energy Agency. L'ente con sede a Parigi si attende un rallentamento della crescita delle forniture globali, anche se i prezzi non dovrebbero risalire in modo significativo fino al 2017.
A prevalere oggi è invece il pessimismo per il fatto che
non tutti i grandi produttori di oro nero sono d'accordo su un taglio alla produzione, visto come la misura più efficace per fermare il crollo delle quotazioni petrolifere.
A
Tokyo l'indice Nikkei ha chiuso in flessione dello 0,37% a 16.052 punti, mentre il più ampio indice Topix ha lasciato sul terreno lo 0,68% a 1.219 punti.
Tra le altre piazze chiuse, debole Seul -0,11%, poco sopra la parità Taiwan +0,10%.
Male le
borse cinesi dopo i recenti rialzi innescati dagli
ennesimi stimoli annunciati dalla Banca Centrale, con una massiccia iniezione di liquidità. Shanghai cede l'1,50%, Shenzhen l'1,30%.
Fra gli altri mercati, in rosso Hong Kong che perde lo 0,49% e Jakarta -0,70%. Segno più per Singapore +0,54%, Kuala Lumpur +0,53% e Bangkok +0,72%.