(Teleborsa) - Cresce la tensione fra la Turchia e la Siria, dopo che Damasco ha attaccato sul confine, provocando cinque morti, ed in seguito alla dura risposta del Presidente turco Erdogan. Ankara non è rimasta a guardare ed ha bombardato. Immediato l'ammonimento della Nato, che ha detto stop alle rappresaglie.
L'ultimo conflitto fra la Turchia e la Siria rischia di travolgere gli equilibri politici globali. Una cosa è certa, il confronto fra i due Paesi, che in questi ultimi mesi ha avuto continui alti e bassi, dopo che Erdogan ha preso le parti dei ribelli al regime dell'ex amico al Assad, è sfociato ieri in un momento di altissima tensione. L'appiglio è stato offerto dall'esercito siriano che, sul confine, ha sparato alcuni colpi di mortaio, uccidendo cinque persone.
Il Presidente turco Erdogan non ha posto tempo in mezzo ed ha preannunciato una "immediata risposta all'attacco odioso" di Damasco. Questa non si è fatta attendere e, dopo una giornata di intensissimi incontri diplomatici, Ankara ha risposto bombardando i siriani sul con fine. Non è ancora chiaro quali obiettivi abbia colpito.
Questi eventi hanno sollecitato un intervento urgente della Nato, che si è riunito nella notte a Bruxelles su richiesta di Erdogan in base all'articolo 4, che prevede una riunione d'urgenza nel caso di richiesta di uno Stato membro che si senta minacciato. La mossa successiva potrebbe essere il ricorso della Turchia all'articolo 5 del Trattato, che prevede l'assistenza degli alleati ad un'aggressione subita. Non è chiaro, per ora, se Ankara intenda farvi ricorso, ma la riunione di ieri ha portato ad un'ammonizione della Siria, cui La Nato ha intimato di cessare immediatamente il conflitto.
Un appello del Segretario ONU Ban Ki-mood è stato lanciato a Damasco, chiedendo di rispettare i vicini e porre fine alle violenze contro la popolazione. Poi, il segretario ha ricordato come la militarizzazione siriana abbia portato a "risultati tragici" nel Paese e all'estero.