(Teleborsa) - Il nome 'Mediaset.com' non può essere usato da terzi.
Lo ha stabilito il Tribunale Civile di Roma, accogliendo così il ricorso della società di Cologno Monzese nei confronti della Fenicius Llc, che dovrà così cessarne l'uso e pagare 1.000 euro di penale per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione del provvedimento.
I giudici capitolini hanno stabilito che l'acquisizione della Fenicius "è stata compiuta con finalità di agganciamento del noto marchio Mediaset".
Tutto è cominciato lo scorso anno, dopo che il Biscione ha dimenticato di rinnovare per tempo il dominio '.com'.
Scaduto il periodo di tolleranza (un mese), il www.mediaset.com è stato acquistato da una società che vende domini all'asta, per poi essere rivenduto a tale Didier Madiba della Fenicius Llc, con sede nel Delaware.
Gli avvocati di Mediaset si erano appellati all'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (World intellectual property organization, meglio nota come Wipo), che però aveva riposto 'picche', affermando che ormai quel dominio era perso per sempre.
Dal canto suo, il signor Meriba si era difeso dicendo di aver agito in buona fede, e che i nomi 'media' e 'set' sono molto diffusi.
Mediaset fa notare come l'episodio apra una riflessione più generale sul tema della tutela del copyright.
Sono infatti spuntate figure specializzate nell'acquisizione delle numerosissime estensioni relative a marchi affermati, da .com a .xxx. Centinaia e centinaia di domini fittizi che le società originarie dovrebbero quindi registrare e depositare.
In alcuni casi, pochissimi, si tratta di effettive omonimie che possono generare dispute comprensibili.
Nella grande maggioranza, si tratta invece di operazioni architettate da professionisti che hanno l'obiettivo di rivendere il dominio ai legittimi proprietari a prezzi fuori mercato.
E' chiaro, afferma il Biscione, come la materia "sia diventata un'autentica giungla da disboscare".