(Teleborsa) - Il caso Facebook continua a far scalpore e, dopo aver allertato le autorità regolamentari americane, si prepara ad affrontare una class action, che potrebbe far emergere nuove responsabilità delle banche che hanno curato il suo collocamento. Morgan Stanley, assieme alle altre due banche collocatrici, Godman Sachs e JP Morgan, sono finiti nel mirino delle autorità di controllo americane, perché accusate di aver taciuto informazioni negative sulla società.
Sulle tracce dei responsabili dell'accaduto si è messa la SEC (la Consob americana), che sta accertando se siano realmente state taciute informazioni importanti. L'indagine però si sta dividendo in due filoni, il secondo mirante ad accertare la regolarità dell'operatore borsistico Nasdaq, che nel primo giorno del debutto ha avuto difficoltà a gestire gli ordini e comunicare agli investitori la loro esecuzione.
La vicenda adesso si complica ancora, perché tre importanti studi legali statunitensi, puntualmente, hanno presentato una class action contro i responsabili dell'accaduto, in particolare le tre banche d'affari.
Il titolo Facebook, dopo esser crollato per due giornate consecutive, accusando perdite a due cifre rispetto al prezzo dell'IPO, ha finalmente trovato il rimbalzo e sale del 3,94% a 32,22 dollari.