(Teleborsa) - Nuovo allarme dell'Istituto Superiore della Sanità (ISS) per l'aumento della mortalità causato dall'inquinamento. L'Istituto ha infatti pubblicato i risultato dello studio epidemiologico "Sentieri", confermando e certificando quanto si mormorava da tempo: l'Ilva e la Terra dei Fuochi hanno prodotto un'impennata dei decessi.
Per quanto concerne i comuni situati nella
Terra dei Fuochi, in provincia di Napoli, si parla di un tasso di
mortalità superiore alla media nazionale del 10% per gli uomini e del
13% per le donne. Meno grave la fotografia per i comuni situati in provincia di Caserta, dove la percentuale scende al 4% per gli uomini ed al 6% per le donne. A scatenare i decessi l'escalation dei tumori.
Situazione gravissima anche a
Taranto dove il disastro ambientale provocato dall'Ilva ha fatto impennare da alcuni anni la mortalità ed i ricoveri, ma il dato più grave concerne la
mortalità infantile che supera del 21% la media regionale. Nel dettaglio, si è registrato un eccesso di tumori del 54% nella fascia d'età compresa fra zero e 14 anni, mentre le morti in culla (sotto l'anno di vita) evidenziano un eccesso del 20% rispetto alla media.
Lo studio Sentieri, condotto da un pool di esperti del Dipartimento per l'ambiente dell'Istituto Superiore di Sanità e del Centro epidemiologico, ha portato anche alla formulazione di alcune raccomandazioni in tema di sanità pubblica, che attengono a misure di prevenzione nelle zone interessate. Particolare attenzione aè stata riservata alla tutela della salute materno-infantile, già nel periodo prenatale.
Per la Terra dei Fuochi è stato varato un apposito decreto, che introduce il reato di combustione dei rifiuti e stabilisce la classificazione delle aree agricole interessate. Invece, per l'Ilva esiste un piano ambientale che contiene le principali misure per il risanamento dell'acciaieria italiana.