(Teleborsa) - L'earning season statunitense non poteva iniziare meglio. Il gigante dell'alluminio
Alcoa, prima blue-chip della Corporate America ad aprire il libro conti di questa nuova stagione delle trimestrali, nonché importante barometro dell'economia mondiale, ha vinto e convinto.
Vinto perché, dopo la cura dimagrante che aveva mandato i conti in rosso nella
trimestrale precedente, è riuscito a chiudere in attivo.
Convinto perché i risultati hanno largamente superato le attese degli analisti.
Nel dettaglio, il
secondo trimestre si è chiuso con un utile netto di 138 milioni di dollari, o 12 cent ad azione, contro la perdita di 119 milioni, o 11 cent ad azione, dello stesso periodo di un anno prima. Al netto di alcune poste straordinarie legate alla ristrutturazione societaria (chiusura di fabbriche in Canada e Italia) e a spese legali, gli utili
adjusted sono passati da 7 a 18 cent battendo il consensus di 12 centesimi.
I ricavi sono invece scesi leggermente dello 0,2% a 5,84 miliardi ma hanno comunque superatole stime di 5,66 miliardi.
Questa performance riflette principalmente il
calo dei costi di produzione dovuto al fatto che Alcoa ha chiuso gli impianti più onerosi e valorizzato quelli dove i costi sono "super bassi" (come spiegato dal Chief Executive Officer
Klaus Kleinfeld), per esempio in Arabia Saudita.
Non si è fatta attendere la reazione degli investitori. Nel dopo-Borsa USA i titoli Alcoa hanno guadagnato oltre due punti percentuali.