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Anche il Quirinale fa austerity. Ridotte ancora le spese

Economia, Politica
Anche il Quirinale fa austerity. Ridotte ancora le spese
(Teleborsa) - Il Colle taglia ancora i costi: 4 milioni in meno l'anno.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha firmato, su proposta del Segretario Generale, un decreto che riduce ulteriormente i costi dell'amministrazione del Quirinale.

Scopo del provvedimento è consentire la restituzione al Tesoro di 4 milioni di euro nell'anno in corso e di stabilizzare il riequilibrio del bilancio interno sulla base di una dotazione a carico del bilancio dello Stato di 224 milioni di euro per l'intero triennio 2015 -2017, pari al livello del 2007 e inferiore di 4 milioni rispetto alla dotazione del 2014".

Lo precisa una nota del Colle spiegando che tale taglio "consegue un risparmio complessivo per il bilancio dello Stato di 16 milioni di euro nel quadriennio 2014-2017 - che si aggiunge alla restituzione di circa 6,2 milioni di euro per effetto dell'applicazione del contributo sulle pensioni - e si pongono altresì le premesse per ulteriori economie nel medio periodo".

Tra le misure più significative: equiparazione dell'indennità di funzione del Segretario Generale all'importo dell'indennità di comando prevista per i Consiglieri del Presidente della Repubblica, pari a 141 mila euro annui lordi; applicazione del tetto di 240 mila euro annui ai compensi dei Consiglieri del Presidente della Repubblica a contratto; applicazione del medesimo tetto alle retribuzioni del personale, bloccandone con decorrenza immediata le progressioni economiche e prevedendo il riassorbimento dell'eventuale eccedenza (che riguarda peraltro solo 16 unità di personale) nel corso del triennio 2015 - 2017; ulteriore significativa riduzione delle indennità corrisposte al personale distaccato da altre amministrazioni.

Il Quirinale fa sapere che ci sarà inoltre una stretta sugli stipendi e sulle pensioni di anzianità, "temi sui quali è ancora in corso il confronto con le rappresentanze sindacali".

Ieri Camera e Senato hanno approvato il taglio degli stipendi ai dipendenti: non potranno percepire stipendi superiori ai 240 mila euro annui. Il nuovo assetto retribuivo non è stato però apprezzato dai diretti interessati che hanno protestato davanti alla biblioteca del presidente Boldrini.
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