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Bankitalia, rapporto cost/income LSI varia considerevolmente in funzione del modello di business

Pubblicata l'analisi dei costi delle banche italiane meno significative

Banche, Economia
Bankitalia, rapporto cost/income LSI varia considerevolmente in funzione del modello di business
(Teleborsa) - Nello scorso decennio la redditività delle banche italiane è stata fortemente influenzata dalla dinamica del rischio di credito. Nell'attuale contesto di mercato, caratterizzato da un costo del rischio ancora contenuto, uno dei fattori che maggiormente determina la variabilità della redditività degli intermediari è l'efficienza operativa. È quanto rileva la Nota d Stabilità e vigilanza della Banca d'Italia dedicata all'analisi dei costi delle banche italiane meno significative (quelle vigilate direttamente da Via Nazionale ndr) suddivise in "tradizionali", "operanti nel risparmio gestito" e nel "credito specializzato".

L'analisi condotta sui dati di fine 2022 evidenzia che il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione (cost/income) delle banche italiane meno significative (Less Significant Institutions, LSI) varia considerevolmente in funzione del modello di business. Le banche che operano nel comparto del credito specializzato – si legge nel report – riportano un cost/income inferiore a quello delle banche tradizionali e di quelle maggiormente attive nel risparmio gestito. La variabilità risulta tuttavia elevata anche all'interno degli stessi modelli di business. Tra le banche tradizionali, le più numerose e rappresentative dell'insieme delle LSI italiane, quelle meno efficienti – pur in presenza di un rendimento medio degli attivi in linea con quello delle altre banche – presentano un'incidenza dei costi sul totale dell'attivo superiore di quasi la metà. Al fine di individuare i principali driver della bassa efficienza di alcune banche, sono state analizzate separatamente le due principali componenti di costo: le spese del personale e le altre spese amministrative.

Le evidenze confermano che la contenuta efficienza operativa delle LSI è principalmente riconducibile alle banche tradizionali e non appare comunque un fenomeno di natura sistemica bensì ascrivibile alla condizione specifica di singoli intermediari, oggetto di attenta valutazione da parte della Vigilanza nell'ambito delle attività di supervisione microprudenziale. Rileva in particolare la capacità di gestione dei costi, specie quelli del personale e le spese IT, salvaguardando peraltro gli investimenti funzionali alla generazione dei ricavi e le spese necessarie per il corretto svolgimento delle funzioni di gestione dei rischi. La dimensione operativa rimane ancora una variabile importante nella valutazione della sostenibilità dei modelli di business; oltre a iniziative di breve termine mirate a un ulteriore contenimento dei costi, il rafforzamento delle fonti di diversificazione dei ricavi ed eventuali operazioni di aggregazione con intermediari dotati di livelli di efficienza più elevati rappresentano possibili strade da percorrere nel medio termine per rafforzare il processo di recupero di efficienza e redditività.

In conclusione l'analisi condotta sui dati a fine 2022 conferma che il grado di efficienza operativa delle LSI italiane – misurato dal rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione (cost/income) – dipende significativamente dal modello di business. Le banche che operano nel comparto del credito specializzato riportano un valore inferiore a quello delle banche tradizionali e degli intermediari operanti nel risparmio gestito. La variabilità risulta elevata anche all’interno delle stesse categorie. Tra le LSI tradizionali, che rappresentano la maggior parte delle LSI italiane, l'alto cost/income deriva principalmente dalla marcata incidenza dei costi operativi sul totale dell’attivo, riconducibile principalmente ai costi del personale e alle altre spese amministrative, in modo particolare alle spese IT. L'insieme delle banche tradizionali è stato suddiviso in due gruppi. Un primo gruppo di intermediari meno efficienti è costituito prevalentemente da banche di piccola dimensione, in cui la componente dirigenziale, pur esigua in termini unitari, ha un peso sulla compagine aziendale pari a circa il doppio di quello medio; alcune banche, inoltre, associano a questa situazione anche un livello di produttività più basso di quello medio. Per un altro gruppo di intermediari meno efficienti l'elevato cost/income deriva invece principalmente dall'alta incidenza delle altre spese amministrative, in particolare quelle informatiche; soprattutto per le banche di minore dimensione il rapporto tra spese informatiche e totale dell’attivo è superiore di circa due terzi a quello medio delle banche tradizionali. In sintesi, la contenuta efficienza operativa delle LSI risulta principalmente riconducibile alle banche tradizionali e non appare comunque un fenomeno di natura sistemica bensì ascrivibile alla condizione specifica di singoli intermediari, oggetto di attenta valutazione da parte della Vigilanza nell'ambito delle attività di supervisione microprudenziale.

Viene rilevata in particolare la capacità di gestione dei costi, specie quelli del personale e le spese IT, salvaguardando peraltro gli investimenti funzionali alla generazione dei ricavi e le spese necessarie per il corretto svolgimento delle funzioni di gestione dei rischi. La dimensione operativa rimane ancora una variabile importante nella valutazione della sostenibilità dei modelli di business; oltre a iniziative di breve termine mirate a un ulteriore contenimento dei costi, la maggiore diversificazione delle fonti di ricavo ed eventuali operazioni di aggregazione con intermediari dotati di livelli di efficienza più elevati rappresentano possibili strade da percorrere nel medio termine per rafforzare il processo di recupero di efficienza e redditività.
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