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Troppo metano al polo nord

Ambiente, Clima
Troppo metano al polo nord
(Teleborsa) - Un particolare quanto misterioso un cratere del diametro di 100 metri, si è aperto nella penisola di Yamal in Russia, proprio a ridosso del circolo polare artico. La penisola di Yamal è famosa per galleggiare sopra 4900 miliardi di metri cubi di gas, che fanno impallidire i 2,4 miliardi di metri cubi stimati, del giacimento Marcellus, negli Stati Uniti.

Gli scienziati, dopo aver vagliato le caratteristiche del cratere, stanno arrivando alle prime conclusioni sulle ragioni di ciò che può averlo provocato.

Le ipotesi più accreditate, per il momento, sarebbero quelle di una gigantesca esplosione generata per l'alta concentrazione di gas metano, fuoriuscito per la fusione del permafrost, un terreno tipico delle regioni dell'estremo nord europeo, dove il suolo è perennemente ghiacciato.

I dati preliminari raccolti degli scienziati, evidenziano una concentrazione di metano, nella profondità del cratere, di circa 54000 volte i valori normali, che dovrebbe invece essere, mediamente, di circa il 9% del volume d'aria complessivo.

Il surriscaldamento del clima sarebbe alla base di tutto ciò. Un surriscaldamento medio di quelle zone, anche se fredde perché vicine al circolo polare artico, di oltre 5 gradi, che avrebbe portato alla fusione graduale del permafrost e al conseguente "sanguinamento" di metano.

Al di là della ricchezza energetica, questo fenomeno potrebbe anche essere inquadrato come pericoloso per l'atmosfera, aggredita da un potente gas serra, qual è il metano.

Due crateri analoghi sono stati scoperti in Siberia settentrionale, ma più preoccupanti dei crateri spontanei, sarebbero le punte di gas osservate dalle stazioni di monitoraggio in tutto il circolo polare artico; dati che se confermati potrebbero spingere i climatologi a dare l'allarme.
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