(Teleborsa) - Quasi 650 milioni di ore di cassa integrazione e 530 mila lavoratori in cassa "a zero ore", con un taglio stimato del reddito di 2,5 miliardi di euro, pari a quasi 4700 euro netti a lavoratore. Questa la situazione tratteggiata dalla CGIL a consuntivo dei primi sette mesi dell'anno, sulla base di calcoli effettuati su dati Istat.
Secondo il segretario confederale Serena Sorrentino, per la fine dell'anno di tornerà a "superare la soglia di un miliardo di ore", dato che rappresenta "un segnale inequivocabile di una crisi strutturale".
La dirigente sindacale, poi, torna a mettere l'accento sull'emergenza lavoro, accusando il governo e la politica di parlare di tutto, tranne che di una questione centrale per il rilancio e la crescita del Paese.
Nei primi sette mesi dell'anno si sono registrate 642.030.774 ore di cassa integrazione, -7,8% sullo stesso periodo dell'anno, ma è aumentata dal cassa integrazione straordinaria (+19,8%), così come sono aumentate il numero di aziende che vi fanno ricorso (+27,9%) per motivi attinenti alla crisi (concordato, fallimento, ristrutturazione aziendale ecc.).
Della cassa integrazione in deroga (-26,6% in sette mesi) meglio non parlare, per i ben noti problemi di finanziamento, che già
hanno fatto mobilitare i sindacati a fine luglio.