(Teleborsa) -
Burger King conferma le voci circolate nei giorni scorsi di un interesse per la Tim Hortons, la catena di caffetterie canadese fondata negli anni '60 dall'omonima star dell'hockey, che offre caffè ed un'ampia varietà di doghnuts (le ben note ciambelline ricoperte di zucchero).
Oggi,
Burger King ha annunciato formalmente l'operazione, che ha un
valore complessivo di 89,32 miliardi di dollari canadesi ed offre un corrispettivo agli azionisti di Tim Hortons pari a
65,5 dollari canadesi, con un premio del 39% rispetto alla media dell'ultimo mese e del 30% rispetto alla chiusura del titolo venerdì scorso.
L'operazione sarà finanziata in
contanti ed azioni, con il concorso di alcuni finanziatori: una
cordata di banche che include JP Morgan e Welles Fargo, che mette sul piatto 12,5 miliardi di linee di credito, ed il più celebre affarista di Wall Street
Warren Bufffett, che con il suo veicolo finanziario
Berkshire Hathaway ha preso un impegno a finanziare l'operazione per 3 miliardi di dollari. Che Buffett sia coinvolto nell'operazione, ovviamente, lascia presumere che questa sia votata al successo.
Stando alle valutazioni effettuate dagli esperti, la Tim Hortons ha un
valore di mercato di circa 8,4 miliardi di dollari, mentre Burger King ne vale 9,6 miliardi. La
nuova società dovrebbe dunque valere circa 18 miliardi di dollari e vantare una rete distributiva di
18mila ristoranti presenti in ben 100 Paesi, con un
fatturato potenziale di 23 miliardi di dollari.
Il deal siglato da Burger King, oltre ad allargare la grande famiglia del fast-food, mira anche ad un
notevole vantaggio fiscale, perché la sede è stata "opportunamente" spostata
in Canada, dove il fisco è più benevolo che degli Stati Uniti: il governo canadese tassa le società con un'
aliquota del 12% molto inferiore al 35% degli Stati Uniti. L'operazione, infatti, si configura come un'operazione inversa (Tim Hortons incorpora Burger King), proprio per sfruttare questo beneficio.