(Teleborsa) - I
Curdi Peshmerga stanno combattendo da quasi tre settimane per respingere le milizie dello
Stato Islamico che tentano di conquistare la loro roccaforte siriana,
Kobani, al confine con la
Turchia.
I combattimenti avvengono con armi leggere e appostamenti all’interno delle abitazioni di fango, che circondano tutta la città. Eppure le forza curde hanno rallentato drasticamente la rapida avanzata dell’
Isis, che pur dispongono di carri armati e artiglieria pesante, attraverso numerosi villaggi nel nord della
Siria.
"Lo Stato Islamico sta ancora bombardando Kobani e molte persone lottano per difendersi", ha detto
Ibrahim Ayhan, parlamentare filo-curdo nel parlamento turco. "I
raid aerei portati dalla coalizione coordinata dagli Stati Uniti, pare che abbiano fatto cambiare le sorti della guerra".
I militanti dell’Isis portano avanti da mesi una logica espansionistica tra l’
Iraq e parte della Siria, ricomprese in un autodichiarato califfato. Nel tentativo di fermare la loro avanzata, aerei da combattimento degli Stati Uniti e dei suoi alleati hanno colpito posizioni dello Stato islamico in entrambi i paesi.
I leader curdi hanno accusato la coalizione, e la Turchia, di non fare abbastanza per salvare Kobani e si dicono preoccupati perché il rapporto di forza sul campo è nettamente a favore delle milizie jihadiste.
"L'esercito americano sta monitorando la minaccia per Kobani e per questo negli ultimi giorni ha condotto attacchi aerei dentro e intorno la città", ha riferito il portavoce del Pentagono, contrammiraglio
John Kirby, ai giornalisti riuniti ieri a Washington.
Il Comando Centrale degli Stati Uniti, a Tampa, ha detto oggi in un comunicato che la coalizione aveva effettuato 14 attacchi contro obiettivi dello Stato Islamico in Siria e in Iraq, ieri e oggi, distruggendo veicoli, postazioni di artiglieria e edifici, sedi della logistica dell’Isis.