(Teleborsa) - Si apre con un ritorno all'utile, un po' di delusione e un disguido tecnico la stagione delle trimestrali delle grandi banche statunitensi.
Ad inaugurarla con qualche ora di anticipo rispetto al tabellino di marcia (normalmente le società diffondono i dati alle 7.00 di mattina, ora di New York) è stata la numero uno per asset, ossia
JP Morgan.
La big bank ha chiuso il terzo trimestre con un
utile netto di 5,6 miliardi di dollari, o 1,36 dollari ad azione, che si confronta con la perdita di 380 milioni, o 17 cent ad azione, messa a bilancio nello stesso periodo dello scorso anno, quando il Gruppo era incorso in spese legali monstre.
Anche nei tre mesi in esame questi costi hanno avuto il loro peso, però, ma gli 1,1 miliardi di dollari del terzo trimestre sono nulla in confronto ai 9,3 miliardi sborsati nel 2013.
Nonostante il ritorno all'utile, il dato è
inferiore alle attese degli analisti che stimavano 1,39 dollari ad azione, oltre che al risultato del secondo trimestre (1,47 dollari).
Da rilevare, inoltre, il calo dei profitti nelle divisioni corporate e investment, anche se i
ricavi totali sono saliti da 23,1 a 24,2 miliardi di dollari, contro i 24 miliardi del consensus.
ù C'è attesa ora per i numeri di
Wells Fargo e
Citigroup, attesi sempre per oggi.