(Teleborsa) - Il
Patto del Nazareno tiene, o almeno ci prova. L'
incontro di un'ora e mezza di ieri tra il premier Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, l'ottavo in undici mesi, sembra aver rinsaldato l'accordo tra le parti, accordo però che in molti definiscono a metà.
Soddisfatto il presidente del Consiglio, spiegando che "nessuno si aspettava che ci dicesse di sì, non poteva farlo, dopo aver ricompattato il suo partito, altrimenti Forza Italia si sarebbe nuovamente divisa e Fitto sarebbe tornato alla carica. Insomma, immaginare che Berlusconi fosse disponibile a darci di più era francamente impossibile, ma va bene così".
Renzi ha ottenuto così una certezza sui tempi di approvazione della nuova legge elettorale, che secondo i suoi calcoli verrà approvata entro la fine dell’anno al Senato ed entro febbraio del 2015 alla Camera, e un appoggio per la riforma del Senato, a lui molto cara.
Berlusconi, invece, oltre ad aver ottenuto i capilista bloccati, si è assicurato anche un posto al tavolo in cui si deciderà la successione di
Giorgio Napolitano.
Naturalmente non mancano le critiche da ambo le parti all'accordo. La soglia del 3% per entrare in Parlamento, infatti, rischia di 'rubare' molte preferenze a Forza Italia. I democratici, invece, si lamentano dei capilista bloccati "poiché non è possibile sottrarre ai cittadini l'elezione di cento deputati".