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Petrolio, Goldman Sachs si unisce alla schiera dei ribassisti

Economia
Petrolio, Goldman Sachs si unisce alla schiera dei ribassisti
(Teleborsa) - Un nuovo report di Goldman Sachs, diffuso ieri, ribadisce che il crollo del prezzo del petrolio potrebbe non essere finito.

Il calo del numero di società perforatrici negli Stati Uniti, ha aiutato i futures sul greggio a New York, che è rimbalzato il 14% dai minimi di quest’anno

Tuttavia, Goldman Sachs sottolinea che il ribasso dei prezzi non ha contribuito in maniera sufficiente a riequilibrare il mercato globale.

Goldman si unisce così a Citigroup e Vitol Group, il più grande trader indipendente di petrolio al mondo, nel segnalare che i prezzi potrebbero riprendere la strada del ribasso, gravati da una sovra produzione incessante.

Mentre le aziende hanno ridotto i loro programmi di esplorazione e ridotto i costi, ci vorrà un po' di tempo prima che le produzione ne venga influenzata, secondo l'Agenzia internazionale per l'energia (AIE).

"Il calo del numero degli impianti di perforazione è ancora minimo e probabilmente non è ancora sceso al di sotto del livello necessario per rallentare la produzione, sollecitata dall’impetuoso aumento dell’estrazione shale, ha detto Damien Courvalin, analista per l’energia di Goldman Sachs. "Probabilmente vedremo prezzi del petrolio più bassi nel prossimo trimestre”.

“I perforatori statunitensi hanno tagliato gli impianti dagli attesi 435 a 1.140”, dicono da Baker Hughes, uno dei più grandi operatori del settore a livello mondiale. “Questo è il totale più basso dal dicembre 2011”.
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