(Teleborsa) - Con
284 voti a favore, 126 contrari e 50 astenuti la Camera ha dato il
via libera definitivo al decreto Ilva, che diventa legge e contiene "misure urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto".
I voti contrari sono stati espressi da Movimento Cinque Stelle, Lega e Sel, mentre si sono astenuti: Forza Italia e Fratelli di Italia.
Soddisfatto il premier,
Matteo Renzi che su Twitter ha commentato: "Approvato definitivamente decreto legge. Per Taranto (e per l'Ilva)
riparte la speranza".
Quali novità introdotte nel decreto? Dallo
sblocco di risorse a interventi per venire incontro alle difficoltà dei fornitori-creditori
dell'azienda di Taranto. Il provvedimento estende l'applicazione delle procedure dell'
amministrazione straordinaria alle imprese di interesse strategico nazionale e quindi anche all'Ilva (dove oggi prende il via il terzo anno di solidarietà che interesserà 11.200
lavoratori lavoratori e dove è stato siglato la scorsa settimana un
accordo su 4.074 esuberi).
Il decreto sblocca la somma sequestrata ai Riva: circa 1,2 miliardi di euro. L'Ilva potrà poi "contrarre finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato" per un ammontare di "150 milioni" di euro e che sarà' fornita dalla Cdp; arriva anche il passaggio di 156 milioni di euro da Fintecna alla gestione commissariale dell'azienda di Taranto.
Tra i provvedimenti anche le
tutele dell'indotto:
35 milioni di euro del Fondo di garanzia per l'accesso al credito che dovranno essere destinati alle PMI fornitrici dell'Ilva e anche la prededucibilità sia per le piccole che per le medie imprese che vantino crediti per lavori svolti per il risanamento ambientale e per assicurare la continuità dell'attività degli impianti produttivi essenziali. Per le Pmi si prevedono poi misure necessarie al fine di sospendere il pagamento delle quota capitale delle rate di mutui e finanziamenti "per gli anni dal 2015 al 2017".
Via libera inoltre allo
stop alle cartelle esattoriali e ai versamenti di tributi erariali fino al "20 dicembre 2015" per aiutare gli autotrasportatori e le piccole imprese dell'indotto (escluse in questo caso le medie aziende).