(Teleborsa) - I
Mondiali di calcio non sono riusciti a tenere a galla l'economia del
Brasile, che saluta il 2014 con un
PIL in crescita solo dello 0,1%, dunque pressoché piatto.
Un bel salto indietro rispetto al +2,7% dell'anno precedente, mentre il
+3,9% del 2011, quando la maggior parte delle potenze barcollavano tra crisi del debito e postumi del crollo di Lehman, sembra ormai un lontano miraggio.
Mai, durante la Presidenza di Dilma Rousseff, l'economia brasiliana aveva messo a segno una così debole performance.
Ora il Paese è il membro dei BRICS (acronimo per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) con la crescita più bassa. Colpa dell'
inflazione monstre, che sta obbligando la Banca Centrale a far decollare i tassi di interesse nonostante la
congiuntura poco brillante.
Colpa anche della
corruzione (
l'ultima vittima è il colosso di Stato Petrobras) e degli scandali che si sono moltiplicati in occasione dei Mondiali di calcio. Ed è altamente probabile che il malaffare si sia insinuato anche negli appalti e nelle grandi opere delle Olimpiadi di Rio del 2016.
Tornando alle statistiche sul PIL, ancora più scoraggiante è il
-0,2% registrato nel 4° trimestre. Più che giustificata, dunque, la revisione al ribasso delle stime sull'economia operata di recente dal Governo carioca.