(Teleborsa) - La
riforma delle popolari comincia ad entrare nel vivo aumentando le speculazioni per possibili operazioni di consolidamento.
In questi giorni la stampa si sta scatenando sul
toto-fusioni, inevitabile viste anche le
raccomandazioni della Banca Centrale Europea.
Quest'ultima, recentemente, si è espressa a favore della decisione dell'Esecutivo di trasformare le popolari in società per azioni, ponendo l'accento sui benefici in termini di redditività e sul fatto che la riforma creerà terreno fertile per operazioni di
Mergers & Acquisitions. Di fatto, una "benedizione" dell'Eurotower che non è sfuggita alle dirette interessate.
Banca Popolare Milano, poco prima di
annunciare l'ingaggio di Lazard e Citigroup per il progetto Spa, aveva fatto sapere di
aver avviato la ricerca di un partner. Il numero uno della banca, Giuseppe Castagna, aveva spiegato che non c'è fretta ma "se si trova il matrimonio giusto" non c'è motivo di aspettare.
Stesso discorso per il
Credito Valtellinese, che ha
avviato la trasformazione in Spa solo qualche giorno fa, non prima di aver avuto un
incontro con i vertici di Mediobanca.
Chi, invece, sembra aver scelto di
lavorare con molta calma all'imminente rivoluzione copernicana è la
Banca Popolare dell'Emilia Romagna: i vertici dell'Istituto avevano dichiarato a maggio che la
trasformazione in spa e l'aggregazione con un altro Istituto bancario "avverrà contemporaneamente" e non prima del 2016.
Anche da
UBI per ora tutto tace (ma non l'
avvio dell'iter di trasformazione in società per azioni), eppure, curiosamente, sono proprio la
BPER e UBI Banca ad essere
indicate come le probabili apripista del processo di consolidamento del settore delle popolari.
Secondo rumors del fine settimana,
UBI potrebbe unirsi al Banco Popolare, mentre la
BPER potrebbe "sposare" Veneto Banca dopo che sono
sfumate le nozze tra quest'ultima e la Banca Popolare di Vicenza.