(Teleborsa) - Le profonde trasformazioni in casa
IBM non frenano l'
emorragia di vendite che va avanti ormai da 13 trimestri consecutivi interessando praticamente tutti i settori in cui opera l'azienda.
Il colosso tecnologico statunitense, che in questi anni ha avviato un profondo restyling mirato alla creazione di un gruppo più "moderno" focalizzato su nuove tecnologie, ha riportato nel
secondo trimestre un crollo delle
vendite del 13,5% a quota 20,81 miliardi di dollari, deludendo gli analisti che stimavano 20,95 miliardi.
A pesare sono stati soprattutto il super dollaro e i disinvestimenti, al netto dei quali il fatturato sarebbe sceso solo dell'1%.
Gli
utili sono scivolati invece del 16,6% a 3,45 miliardi di dollari, mentre al netto delle componenti straordinarie gli utili per sono azione sono scesi a 3,84 dollari, risultando però
migliori del consensus pari a 3,78 dollari.
A zavorrare la profittabilità di Big Blue è stata soprattutto la
pessima performance del comparto hardware, fiore al'occhiello nonché comparto "core" nella storia passata della società di Armonk.
Per questo motivo ultimamente il
management si è focalizzato su attività più moderne come il cloud, l'analytics e l'engagement, le uniche a riportare un fatturato in costante salita.
Ad ogni modo l'Amministratrice Delegata
Ginni Rometty si è detta soddisfatta: "Abbiamo migliorato i margini, continuato a innovare il nostro portafoglio e garantito una crescita solida nei nostri imperativi strategici nelle attività chiamate cloud, analytics e engagement, dove i ricavi sono cresciuti di oltre un quinto in 12 mesi e che stanno diventando parte integrante del nostro business".
Nonostante le rassicurazioni dell'AD, il titolo nell'after-hours è arrivato a cedere il 5%.