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Zurigo sente più di altri la crisi cinese

Economia
Zurigo sente più di altri la crisi cinese
(Teleborsa) - La Svizzera ha di che preoccuparsi. Dapprima è stata messa alle corde dal rafforzamento della propria moneta, ora è l’economia cinese a mettere la sua sotto pressione.

Se il primo elemento di difficoltà è stato riassorbito con non poca fibrillazione per i mercati, dopo appena due mesi, per il secondo elemento, cioè il problema cinese, non si vedono soluzioni a breve termine.

Con un calo medio del mercato azionario in agosto del 6,9%, l’Indice di Zurigo si appresta a toccare il minimo degli ultimi sei anni, per cui stanno drasticamente aumentando le quotazioni delle protezioni che gli operatori acquistano per sterilizzare i loro portafogli da ulteriori cali.

Paradossale, perché prima della disfatta azionaria provocata dalla crisi cinese, che ha sacrificato una capitalizzazione globale prossima agli 8000 miliardi di dollari, lo Swiss Market Index era ad una manciata di punti dal suo record storico.

"Le aziende svizzere hanno avuto il problema dell’eccessivo apprezzamento del franco ed ora osservano che la situazione sta peggiorando anche sui mercati emergenti", ha dichiarato Alessandro Bee, strategist di Banca Sarasin. "Ci sono molte aziende che risentono di questa situazione”. Molte tra le più blasonate case di alta orologeria, Swatch Group e Financiere Richmont, ottengono oltre il 20% dei lori ricavi in Cina”.

Lo SMI, che aveva messo a segno un bruciante recupero dal minimo di gennaio, azzerando le sue perdite in appena due mesi, anche con un franco molto forte, ha rovesciato il suo trend, percependo più di altri l’avvicinarsi di una nuova crisi globale.
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