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Pensioni, opzione donna, esodati: è scontro fra Camera e Tesoro

Economia, Welfare
Pensioni, opzione donna, esodati: è scontro fra Camera e Tesoro
(Teleborsa) - Resta caldo il tema pensioni, in particolare quello della flessibilità in uscita e del costo ripartito fra Stato e beneficiari. Su questo punto, il Premier Matteo Renzi è stato chiaro: la flessibilità dovrà essere a costo zero per lo Stato. Tant'è che questa voce è stata anche esclusa dalla prossima Legge di Stabilità, a causa di un deficit delle coperture.

Vi sono però anche altri temi, come quello della salvaguardia degli esodati e dell'estensione del'opzione donna, vale a dire la possibilità di anticipare la pensione con 35 anni di contributi e 58 anni d'età sino a fine 2015. Paletti sembra che siano stati posti anche dal Tesoro, che ha messo un freno ai lavori svolti in quest'ultimo periodo presso la commissione Lavoro della Camera.

In sostanza, il Ministero avrebbe comunicato al Presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, che non ci sono le coperture, poiché stando alle stime dell'INPS, l'opzione donna impegnerebbe 2 miliardi di euro sino al 2013.

In realtà, una parziale smentita è giunta dal Ministero dell'economia e da quello del Lavoro, in risposta alla polemica sollevata dal Presidente della commissione Damiano, che ha definito questa cifra "esagerata" e la posizione assunta dal governo "inaccettabile".

Il MEF ha fatto sapere che si sta lavorando, assieme al ministro del welfare Giuliano Poletti per valutare le possibili soluzioni ai problemi più urgenti "di specifiche categorie di lavoratori", intendendo così sia gli esodati che l'opzione donna. In particolare la valutazione verte sul numero dei soggetti interessati, sul costo e a carico della finanza pubblica e sulle risorse necessarie a finanziare questi interventi. Tutti temi che entreranno


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