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G20, fronte comune contro l'Isis. And the winner is...

G20, fronte comune contro l'Isis. And the winner is...
(Teleborsa) - La guerra fredda può attendere. Ora c'è un nemico comune da debellare: l'Isis.

E' questo, in estrema sintesi, quanto emerso nel G20 di Antalya, il summit inizialmente organizzato per discutere di economia e crescita che invece, a causa dei tragici eventi di Parigi, si è trasformato in un mini Consiglio di sicurezza mondiale.

La parte del leone l'ha fatta la Russia. Ostracizzato fino a poco tempo fa per il coinvolgimento nel conflitto ucraino, il Presidente Vladimir Putin è stato al centro dell'attenzione generale in virtù del suo stretto legame con il Presidente siriano Bashar al- Assad.

Prima un inatteso colloquio di 35 minuti con Obama come non avveniva da anni, poi una frecciata che, però, ha dato il via al disgelo che tutti si aspettavano.
"Avevamo offerto la nostra collaborazione contro l'Isis ma purtroppo inizialmente il nostro partner statunitense ha rifiutato mandandoci un messaggio in sui si declinava la proposta. Ma la vita scorre velocemente e spesso, all'improvviso, ci insegna lezioni e ci fa unire le forze", ha dichiarato ieri il numero uno del Cremlino riferendosi all'abbattimento dell'aereo russo in Egitto e all'orrore in Francia.

Dunque Mosca e Washington collaboreranno al fianco di Parigi, dove ieri il Presidente Hollande ha ribadito lo stato di guerra contro i jihadisti.

E sembra che Putin - che da "emarginato" è diventato all'improvviso il problem solver per eccellenza, come rilevano ironicamente molti quotidiani esteri - abbia già messo il suo "zampino": la Turchia ha infatti annunciato che il Presidente siriano Assad non si candiderà alle prossime elezioni, cosa che favorirà la creazione di un Governo di transizione e renderà più facile snidare l'Isis, che in Siria ha radici profonde. Secondo i beninformati, dietro il passo indietro del discusso leader siriano ci sarebbe proprio lo "Zar".

Il Presidente russo ha poi dichiarato, citando dati raccolti dalla Russia sui canali di finanziamento al terrorismo, che il Califfato è sovvenzionato da persone fisiche provenienti da circa 40 Paesi, puntando così i riflettori su una tematica scottante ma che non può essere evitata perché vitale per combattere i taglia gole.

Quanto a Obama, nella conferenza stampa finale ha definito l'Isis un "diavolo", affermando che l'obiettivo comune è quello di distruggere questa "barbarica organizzazione".
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