(Teleborsa) - Il
nuovo dietro-front dei prezzi del petrolio rilancia i
timori sulla crescita globale e fa arretrare i mercati di Eurolandia per il secondo giorno consecutivo, dopo il tentativo di recupero messo in atto, la scorsa settimana. La
rinnovata debolezza dei prezzi petroliferi, scesi nuovamente sotto i 30 dollari al barile, è stata guidata dalla notizia rilasciata dall'Iran che ha annunciato una
produzione record in un mercato già caratterizzato da un'offerta in eccesso.
L'
Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,086. Lieve aumento per l'
oro, che mostra un rialzo dello 0,66%. Profondo rosso per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 29,5 dollari per barile, in netto calo del 2,77%.
Lieve peggioramento dello
spread, che sale a 110 punti base, con un aumento di 1 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari all'1,54%.
Tra i listini europei, preda dei venditori è
Francoforte, che mostra un decremento dell'1,31%. Tonfo di
Londra, che evidenzia una caduta dell'1,52%. Lettera anche su
Parigi, che registra un importante calo dell'1,70%.
A picco Piazza Affari, con il
FTSE MIB che accusa un ribasso dell'1,75%
trainata al ribasso dai titoli bancari, che continuano a risentire delle
preoccupazioni sulle sofferenze.
Affondano o perdono terreno
tutte le Blue Chip di Milano. Le peggiori performance si registrano su
Saipem, a -6,70%, nel secondo giorno di
aumento di capitale, che risente dei deboli prezzi del greggio. La società petrolifera ha annunciato la
sigla di un memorandum per una possibile collaborazione in Iran. Sessione nera anche per
Tenaris, che sta lasciando sul tappeto una perdita del 3,13%.
Tra le banche, fa male
Azimut, che registra un ribasso del 3,31%. Intanto continuano i rumors sulla possibile operazione di aggregazione tra il
Banco Popolare (-1,48%) e
BPM (-2,28%).
MPS non riesce a far prezzo in avvio.