(Teleborsa) - Il
Referendum sulle Trivelle si rivela un flop:
affluenza bassissima al 32%.
Dopo le
polemiche dei giorni scorsi sull'opportunità o meno di andare a votare,
il vincitore è il fronte dei "No voto", sostenuto anche dal Premier
Matteo Renzi, che venerdì scorso aveva
definito "legittima" la scelta di non partecipare.
Fra coloro che sono andati alle urne,
l'80% circa si è espresso a favore del SI (15 milioni di votanti), per bloccare le trivellazioni entro le 12 miglia marine, mentre il NO si è fermato al 20%.
Renzi ha commentato soddisfatto l'esito del voto, anzi del No voto, affermando che si tratta di una
vittoria contro quei "pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di regione" che hanno promosso la consultazione popolare (il referendum era sostenuto da 9 regioni).
Anche i
promotori del referendum, a loro volta, si sono detti soddisfatti, se non altro per aver acceso un
faro contro le lobby del petrolio e contro la politica energetica del governo.
Al di là della questione energetica, però, il Referendum sulle Trivelle è apparso come
un test, per saggiare il polso degli italiani, in vista della
consultazione più importante di ottobre sulla
Riforma costituzionale, al quale
il Premier ha subordinato la sua permanenza a Palazzo Chigi.