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Brexit, vicina l'uscita di GB da UE: dopo 24 milioni di voti scrutinati Leave in vantaggio 52% a 48. Col "SI" dimissioni di Cameron ed elezioni

Economia, Politica
Brexit, vicina l'uscita di GB da UE: dopo 24 milioni di voti scrutinati Leave in vantaggio 52% a 48. Col "SI" dimissioni di Cameron ed elezioni
(Teleborsa) - Il conteggio dei voti del referendum britannico sulla permanenza o meno della Gran Bretagna nell'UE. Si profila l'uscita della Gran Bretagna dalla UE. Finora sono state scrutinate, alle 05,30 italiane (le 04,30 in GB), poco più di 16 milioni di schede: è testa a testa, devastante per l'inghilterra e per l'intera Europa, con vantaggio per il Leave con il 52,00% dei voti favorevoli o poco più all'uscita dalla UE contro il 48. Ma è un continuo susseguirsi di sorpassi e contro sorpassi e le posizioni si invertono di continuo. I collegi scrutinati sono in questo momento 300 su 382.

Il distacco tra i 2 schieramenti si aggira ora sui circa 750 mila voti a favore dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, ma risultati variano a seconda delle zone scrutinate. L'affluenza alle urne è stata del 71%. I Brexit Poll avevano dato, invece, un 52% per la permanenza nell'Europa e un 48% per l'uscita, dati che avevano fatto esultare i Remain. Crollano prezzo del petrolio e Sterlina del 10%, mai così bassa da sette anni.

All'uscita dei primi sondaggi, poi sembrerebbe proprio clamorosamente smentiti, il Premier britannico, David Cameron aveva ringraziato i sostenitori della permanenza in UE. Anche l'avversario Farange, leader dell'Ukip aveva ammesso che "sembra che sia in vantaggio il Remain, ma che comunque per l'uscita dalla UE è una vittoria. Aspettiamo il conteggio e vedremo".

I mercati stavano già brindando, con la sterlina che volava. Ora, appunto, il crollo, con la moneta britannica scesa sulla soglia di 1,10 sul dollaro, meno 10%, il più pesante calo di sempre. Ora è panico, è all'apertura dei mercati dell'Oriente è già tracollo con una media di meno 3%.

Oltre 46 milioni dei cittadini di “Sua Maestà” si sono recati alle urne, non senza aver ascoltato l’ultimo appello del Premier britannico che ha avvisato “meglio restare in Europa” perché “il Regno sarà più prospero e più sicuro dentro l’UE”.

I cittadini britannici hanno dovuto rispondere al seguente quesito sulla scheda: "Il Regno Unito dovrebbe rimanere membro dell'Unione Europea o dovrebbe lasciare l'Unione Europea?".

I seggi si erano aperti alle 7 ora locale (le 8 in Italia) e chiusi alle 22 (23 in Italia). Il conteggio dei voti è partito subito dopo la chiusura dei seggi. I risultati a livello nazionale verranno annunciati a Manchester, ultimo fra i governi regionali a dichiarare il risultato. Prima, si potrà tastare il polso con i risultati annunciati a Newcastle e Sunderland, attesi attorno alle ore 1 a.m..

Il fronte del "Remain" aveva guadagnato punti negli ultimi giorni, dopo che la campagna elettorale è stata interrotta bruscamente in seguito all’assassinio di Jo Cox, la deputata britannica laburista anti-Brexit, aggredita in strada da un uomo, al grido di "Britain First"

Dalla parte del “Remain”, anche il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, che nel suo discorso alla Commissione bancaria del Senato ha parlato di “significative ripercussioni economiche” per l’America e per la “stabilità globale dei mercati finanziari”.

Anche il numero uno della BCE Mario Draghi ha preso le precauzioni del caso, dicendo che la Banca Centrale Europea è pronta e sono stati fatti "tutti i passi necessari" all'eventualità di un voto favorevole all'uscita del Regno Unito dall'UE.

Ma se oggi i riflettori erano puntati sulla Brexit, l’Unione Europea non dimentica che ci sono in agenda molti eventi che potrebbero avere ripercussioni importanti sul futuro dell’ UE. Dietro l’angolo, il 26 giugno, si aspettano le elezioni legislative in Spagna, visto che dalle precedenti, del dicembre 2015, non è scaturito un governo. Ad aprile del prossimo anno sarà la Francia che dovrà scegliere il Presidente della Repubblica e, a fine estate, la Germania eleggerà il suo Parlamento e il Cancelliere. Sempre nel 2017, scadrà il mandato dei presidenti del Consiglio europeo, Donald Tusk, e del Parlamento europeo, Martin Schulz.

Dall'altra parte dell’oceano, a novembre di quest’anno invece, sarà eletto il nuovo presidente degli USA che avrà il volto del repubblicano Trump o della democratica Clinton. Certamente un evento che non passerà inosservato da questa parte del Globo.


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