(Teleborsa) -
Angelino Alfano nella bufera. Ci sarebbe infatti anche il nome del ministro dell'Interno nella
maxi inchiesta "Labirinto" che ha portato a
24 arresti,
12 persone finite in carcere e altrettante ai domiciliari. Complessivamente
sono finora in 50 tra arrestati e indagati.
Le accuse, emerse da questa nuova inchiesta partita nel 2013 e condotta dal Procuratore Capo di Roma,
Giuseppe Pignatone con la collaborazione del Nucleo Centrale Valutario della Guardia di Finanza, guidato dal Generale
Giuseppe Bottillo, sarebbero di corruzione, pagamento di tangenti, truffa ai danni dello Stato, appropriazione indebita e associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Non mancano nomi eccellenti, come il deputato
Antonio Marotta dell'
Ncd, il partito del Ministro dell'Interno
Angelino Alfano, che lo difende, e
Giuseppe Pizza, tra i rifondatori di una nuova Dc
Alfano, sarebbe stato citato per l'assunzione di suo fratello alle Poste. La notizia è stata riportata da diversi quotidiani nazionali. "Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un'inchiesta giudiziaria. Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici. Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni", ha dichiarato
Alfano.
Anche l'amministratore delegato di Poste,
Francesco Caio, interpellato sulla vicenda ha dichiarato:
"Valuteremo la situazione ma in questa fase non personalizzerei. "Abbiamo letto sui giornali -ha aggiunto
Caio - quello che sta emergendo. Se è questo il quadro noi comunque rappresentiamo una discontinuità con il passato e penso che anche con il nuovo management stiamo dimostrando quanto siamo cambiati. Valuteremo la situazione".