(Teleborsa) - La prudenza continua a guidare la
Federal Reserve, che nell'ultima riunione di politica monetaria del 26 e 27 luglio è apparsa spaccata in due schieramenti. Alcuni membri del Board sono convinti che un rialzo dei tassi sarà "presto" necessario mentre un'altra parte ritiene che sia meglio attendere segnali più forti di ripresa dell'inflazione.
La Banca Centrale americana, dopo aver
lasciato invariato il costo del denaro per la quinta volta di fila allo 0,25-0,5%, ha segnalato una diminuzione a breve dei rischi di
Brexit e un
mercato del lavoro in salute, riducendo d'intensità le paure mostrate in precedenza. Spuntano però le preoccupazioni per le banche italiane ed europee e per i loro crediti deteriorati.
Quello su cui i membri della Fed sono concordi è la necessità di "monitorare da vicino gli indicatori dell'inflazione e gli sviluppi economici e finanziari globali", poiché solo a fronte di un miglioramento dell'economia si deciderà d'intervenire sul costo del denaro.
C'è chi scommette su settembre.