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Consultazioni Quirinale: Alfano "non spinge" per il voto subito. Berlusconi alle 16 e M5S alle 17

Sempre più improbabile il rinvio di Renzi alle Camere con secco NO di Sel. Di segno opposto Denis Verdini. Alfano: "Grande fiducia nel Presidente" e "chiudere presto"

Politica
Consultazioni Quirinale: Alfano "non spinge" per il voto subito. Berlusconi alle 16 e M5S alle 17
(Teleborsa) - Il Presidente, Sergio Mattarella, è ancora al lavoro per formare un nuovo governo, dopo le dimissioni di Matteo Renzi per il fallimento al Referendum. A complicare il suo lavoro e rendere opportuna una risposta in tempi brevi è sopraggiunto il caso MPS dopo che la BCE si è espressa negativamente sulla proroga dell'aumento di capitale.

Dopo aver aperto le consultazioni giovedì 8 dicembre, incontrando i Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Capo dello Stato ha avviato l'ascolto dei leader dei vari schieramenti politici.

Oggi sabato 10 è il turno dei grandi schieramenti politici (Forza Italia, M5S e Pd). I colloqui a partire dalle 11 si svolgeranno fino alle 18. Sono già stati ascoltati anche Si-Sel e Ala di Denis Verdini. Poi sarà la volta Ncd di Angelino Alfano. E mentre si fa sempre più improbabile la possibilità di un rinvio di Renzi alle Camere, da Sel é giunto poco fa al Capo dello Stato un secco NO all'ipotesi di incarico di Premier per il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, chiedendo "Governo di scopo" per rapida legge elettorale e al più presto nuove elezioni. Parere opposto quello di Verdini.

Il Ministro dell'Interno e leader NCD Angelino Alfano, che non spinge per il voto immediato: disponibilità a un Governo ampio che affronti subito la legge elettorale e anche a reincarico a Renzi. "Siamo per un Governo vero che affronti seriamente tutte le emergenze. Piena fiducia in Mattarella".

Forza Italia
riapre il giro di consultazioni alle 16 con una delegazione composta da Silvio Berlusconi, Paolo Romani e Renato Brunetta. I 5 Stelle saliranno al Quirinale alle 17, senza Beppe Grillo.

Venerdi (ieri, n.d.r.) Mattarella ha consultato i "piccoli" partiti, quelli numericamente più limitati: il giro di consultazioni è iniziato con IdV, che si è detto favorevole ad un governo di unità nazionale per fare la riforma elettorale e poi andare a nuove elezioni. Per il voto subito si è espressa anche Giorgia Meloni di FdI.

Svp denuncia che votare con l'Italicum è "impraticabile" e sollecita una immediata modifica della legge e, a seguire, nuove elezioni. A favore di una modifica "prima" della legge elettorale si sono espressi anche Pippo Civati di Alternativa Libera, Gal, Flavio Tosi di Fare e Guglielmo Vaccaro di Idea.

L'idea di un Governo di scopo piace a Riccardo Nencini di Psi, mentre Rocco Buttiglione di Udc si focalizza sulla necessità di cambiare la legge in senso maggioritario.

Le ipotesi al vaglio del Capo dello Stato, che vorrebbe concludere entro lunedì 12 dicembre, sarebbero tre: un Renzi bis; un Governo a obiettivi sotto la regia del Ministro Padoan; un Governo che possa arrivare a scadenza naturale della legislatura, nel 2018, capitanato dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni oppure dal Presidente del Senato Pietro Grasso.

In realtà, l'ipotesi Gentiloni e ora la più quotata dopo lo scoppio della crisi MPS.

Il Presidente Mattarella è innanzi tutto alla ricerca di un Governo che possa modificare la legge elettorale. Legge che, oltretutto, il prossimo 24 gennaio dovrà passare sotto le forche caudine della Corte Costituzionale. I giudici della Consulta dovranno, infatti, pronunciarsi sulla costituzionalità o meno di quel tanto contestato "Italicum", tra l'altro "confezionato" solo per l'elezione della Camera dei Deputati, avendo considerato il Senato ormai "superato" dalla Riforma. Riforma appunto clamorosamente bocciata dal voto popolare dei giorni scorsi.


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