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Paolo Gentiloni incaricato di formare il nuovo Governo. Continuità con Renzi

L'ormai ex Ministro degli Esteri ha accettato con riserva. "Non per scelta ma per necessità mi muoverò nel perimetro della maggioranza"

Politica
Paolo Gentiloni incaricato di formare il nuovo Governo. Continuità con Renzi
(Teleborsa) -

Paolo Gentiloni è il Presidente del Consiglio incaricato. Il Ministro degli Esteri del Governo Renzi ha ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il colloquio si è protratto per oltre 45 minuti. L'annuncio è stato dato dal Segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti. Gentiloni, convocato di primo mattino per le 12,30, ha accettato con riserva, come vuole la prassi. Prassi che il nuovo Premier dovrebbe sciogliere entro poche ore. Sembra comunque che, salvo sempre possibili "ritocchi" dell'ultimo momento, la lista dei Ministri sia già pronta.

Il quadro ampio emerso dalle consultazioni del Capo dello Stato sarà la base del mio lavoro - ha detto il Premier Gentiloni - e vista l'indisponibilità delle forze politiche di opposizione a collaborare, mi muoverò nel quadro del perimetro che ha assicurato finora la maggioranza e nel più breve tempo possibile".

Il Capo dello Stato aveva concluso rapidamente le consultazioni nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 10 dicembre. In un un breve discorso Mattarella, riservandosi di valutare sul nome del nuovo Premier, aveva dichiarato, infatti, che il Paese ha bisogno in tempi brevi di un Governo nel pieno delle funzioni e di una legge elettorale armonica per Camera e Senato. Il Capo dello Stato aveva sottolineato la necessità di affrontare le molte emergenze, nazionali e internazionali, prima fra tutte il sostegno alle popolazioni colpite dai terremoti dell'agosto e dell'ottobre scorsi. Sergio Mattarella, dunque, di fatto, aveva escluso nuove elezioni in poco tempo.

Si preannunciano così tempi non brevi per un voto, comunque richiesto in un modo o nell'altro da tutte le forze politiche. Dovrebbe essere dunque un nuovo Governo, seppur senza Matteo Renzi alla guida, forte della stessa maggioranza che lo ha per lungo tempo sostenuto. La scelta di Mattarella è comunque avvenuta con rapidità, nei tempi previsti. Era infatti indispensabile una risposta in tempi brevi anche per l'esplosione del caso MPS, dopo che la Bce si è espressa negativamente sulla proroga dell'aumento di capitale.

Dopo aver aperto le consultazioni giovedì 8 dicembre, incontrando i Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Capo dello Stato aveva avviato l'ascolto dei leader dei vari schieramenti politici.

Oggi sabato 10 era stato il turno dei grandi schieramenti politici (Forza Italia, M5S e Pd). Puntuale alle 16 la delegazione di Forza Italia (Berlusconi, Romani e Brunetta) è stata ricevuta dal Capo dello Stato. Berlusconi ha ribadito la piena fiducia a Mattarella, la contrarietà a "larghe intese" e una rapida legge elettorale ampiamente condivisa, mentre M5S ha confermato la richiesta di elezioni subito dopo il pronunciamento della Consulta del prossimo 24 gennaio. Ultima a esser ricevuta al Quirinale, la delegazione Pd.

Il Capogruppo al Senato Luigi Zanda ha
dichiarato: "Abbiamo registrato un larghissimo rifiuto da parte delle opposizioni a un governo di responsabilità nazionale e abbiamo quindi assicurato a Mattarella tutto il sostegno del Pd alla soluzione della crisi che egli riterrà più opportuno". In altre parole, palla al capo dello Stato.

Dal mattino 11 erano stati ascoltati Si-Sel e Ala di Denis Verdini. Poi era stata la volta Ncd di Angelino Alfano. Da Sel era giunto al Capo dello Stato un secco NO all'ipotesi di incarico di Premier per il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, chiedendo un "Governo di scopo" per rapida legge elettorale e al più presto nuove elezioni. Parere opposto quello di Denis Verdini di Ala.

Il Ministro dell'Interno e leader NCD Angelino Alfano, che non aveva spinto per il voto immediato, annuncia disponibilità a un Governo ampio che affronti subito la legge elettorale, anche con un possibile reincarico a Renzi. "Siamo per un Governo vero che affronti seriamente tutte le emergenze. Piena fiducia in Mattarella".

Venerdi (ieri, n.d.r.) Mattarella aveva consultato i "piccoli" partiti, quelli numericamente più limitati: il giro di consultazioni era iniziato con IdV, che si era detto favorevole ad un governo di unità nazionale per fare la riforma elettorale e poi andare a nuove elezioni. Per il voto subito si era espressa anche Giorgia Meloni di FdI.

Svp denunciava che votare con l'Italicum è "impraticabile", sollecitando una immediata modifica della legge e, a seguire, nuove elezioni. A favore di una modifica "prima" della legge elettorale si erano espressi anche Pippo Civati di Alternativa Libera, Gal, Flavio Tosi di Fare e Guglielmo Vaccaro di Idea.

L'idea di un Governo di scopo era piaciuta a Riccardo Nencini di Psi, mentre Rocco Buttiglione di Udc si era focalizzato sulla necessità di cambiare la legge in senso maggioritario, e non proporzionale come vorrebbe Berlusconi.

Le ipotesi al vaglio del Capo dello Stato, che vorrebbe concludere entro lunedì 12 dicembre, sarebbero tre: un Renzi bis; un Governo a obiettivi sotto la regia del Ministro Padoan; un Governo che possa arrivare a scadenza naturale della legislatura, nel 2018, capitanato dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni oppure dal Presidente del Senato Pietro Grasso.

In realtà, l'ipotesi Gentiloni sembrerebbe la più quotata dopo lo scoppio della crisi MPS, anche se nelle ultime ore avrebbe ripreso quota l'ipotesi di un rinvio del Governo Renzi alle Camere. Benché Renzi continui a ribadire il proprio NO.

Il Presidente Mattarella, ricordiamo, era innanzi tutto alla ricerca di un Governo che possa modificare la legge elettorale. Legge che, oltretutto, il prossimo 24 gennaio dovrà passare sotto le forche caudine della Corte Costituzionale. I giudici della Consulta dovranno, infatti, pronunciarsi sulla costituzionalità o meno di quel tanto contestato "Italicum", tra l'altro "confezionato" solo per l'elezione della Camera dei Deputati, avendo considerato il Senato ormai "superato" dalla Riforma. Riforma appunto clamorosamente bocciata dal voto popolare dei giorni scorsi.

Matteo Renzi, intanto, è a casa nella sua Pontassieve, vicino a Firenze, da dove ha inviato un saluto con un twitt: "Torno a casa da semplice cittadino, senza stipendio né pensione".


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