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Gentiloni si consulta con le forze politiche ma sarà continuità con Renzi. Domani lunedì il nuovo Governo

Sarà un esecutivo sostenuto dalla precedente stessa maggioranza. Furiosi i 5 Stelle che con Di Maio parlano di "tradimento", Salvini e la Meloni

Politica
Gentiloni si consulta con le forze politiche ma sarà continuità con Renzi. Domani lunedì il nuovo Governo
(Teleborsa) -

Dopo l'incarico di formare il nuovo Governo ricevuto dal Capo dello Stato, il Premier designato Paolo Gentiloni, che ha accettato con riserva, è dal primo pomeriggio al lavoro impegnato in una serie di consultazioni con i rappresentanti delle diverse forze politiche. Sarà formato dalla stessa maggioranza che ha sostenuto Renzi.

Prima Gentiloni si è recato a Palazzo Madama, dove ha incontrato il Presidente del Senato, Pietro Grasso. Poi Gentiloni si è trasferito alla Camera per un colloquio con il Presidente Laura Boldrini. Alla Camera Gentiloni si è intrattenuto per confrontarsi con le delegazioni dei partiti.

Incontri che proseguiranno nella giornata di domani, lunedì 12 dicembre. Poi Gentiloni dovrebbe di nuovo salire al Quirinale per sciogliere la riserva e presentare la lista dei Ministri. Subito dopo dovrebbe avvenire il giuramento dell'esecutivo e il Governo sarebbe così nella pienezza delle sue funzioni.

Una marcia a tappe forzate, come richiede la delicata situazione del momento, soprattutto con la "spada di Damocle" della questione Mps
che potrebbe richiedere l'emanazione di un apposito Decreto, peraltro già pronto nel cassetto.

Gentiloni, come ha avuto modo di annunciare subito dopo il conferimento dell'incarico, "vista l'indisponibilità delle forze politiche di opposizione a collaborare", si muove "nel quadro del perimetro che ha assicurato finora la maggioranza e nel più breve tempo possibile".

Una indisponibilità, oltre che da Forza Italia, già rimarcata pubblicamente da Lega e M5S che non parteciperanno ai colloqui con il Premier incaricato fissati per la mattinata di domani. Continue "parole di fuoco" sono intanto pronunciate contro la "soluzione Gentiloni" quelle di Luigi Di Maio (M5S), di Matteo Salvini (Lega) e di Giorgia Meloni (Fratelli D'Italia).

Sarebbe intanto data per possibile la presenza
nel nuovo esecutivo di almeno un Ministro appartenente ad Ala, la corrente di Denis Verdini, che farebbe così l'ingresso ufficiale in maggioranza. Ingresso che sta suscitando malumori in una parte del Pd che non vuol sentire neppure il nome di Verdini.

Paolo Gentiloni, 64 esimo Presidente di un Governo italiano, ha ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. dopo un colloquio al Quirinale cominciato alle 12,30 e durato oltre 45 minuti. L'annuncio dell'accettazione con riserva, come vuole la prassi, è stato dato dal Segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti. "Il quadro ampio emerso dalle consultazioni del Capo dello Stato sarà la base del mio lavoro", sono state le prime parole del Premier Gentiloni, confermando di fatto la continuità della maggioranza che aveva sostenuto Matteo Renzi fino alle sue dimissioni provocate dalla vittoria del NO nel Referendum costituzionale.

Il Capo dello Stato aveva concluso rapidamente le consultazioni nel tardo pomeriggio di ieri, sabato 10 dicembre. In un un breve discorso Mattarella, riservandosi di valutare sul nome del nuovo Premier, aveva dichiarato, infatti, che il Paese ha bisogno in tempi brevi di un Governo nel pieno delle funzioni e di una legge elettorale armonica per Camera e Senato. Il Capo dello Stato aveva sottolineato la necessità di affrontare le molte emergenze, nazionali e internazionali, prima fra tutte il sostegno alle popolazioni colpite dai terremoti dell'agosto e dell'ottobre scorsi. Sergio Mattarella, dunque, di fatto, aveva escluso nuove elezioni in poco tempo.

Si preannunciano così tempi non brevi per un voto, comunque richiesto in un modo o nell'altro da tutte le forze politiche. Dovrebbe essere dunque un nuovo Governo, seppur senza Matteo Renzi alla guida, forte della stessa maggioranza che lo ha per lungo tempo sostenuto. La scelta di Mattarella è comunque avvenuta con rapidità, nei tempi previsti. Era infatti indispensabile una risposta in tempi brevi anche per l'esplosione del caso MPS, dopo che la Bce si è espressa negativamente sulla proroga dell'aumento di capitale.

Dopo aver aperto le consultazioni giovedì 8 dicembre, incontrando i Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Capo dello Stato aveva avviato l'ascolto dei leader dei vari schieramenti politici.

Ieri, sabato 10 dicembre, era stato il turno dei grandi schieramenti politici (Forza Italia, M5S e Pd). Puntuale alle 16 la delegazione di Forza Italia (Berlusconi, Romani e Brunetta) era stata ricevuta dal Capo dello Stato. Berlusconi aveva ribadito la piena fiducia a Mattarella, la contrarietà a "larghe intese" e una rapida legge elettorale ampiamente condivisa, mentre M5S ha confermato la richiesta di elezioni subito dopo il pronunciamento della Consulta del prossimo 24 gennaio. Ultima a esser ricevuta al Quirinale, la delegazione Pd.

Il Capogruppo al Senato Luigi Zanda aveva
dichiarato: "Abbiamo registrato un larghissimo rifiuto da parte delle opposizioni a un governo di responsabilità nazionale e abbiamo quindi assicurato a Mattarella tutto il sostegno del Pd alla soluzione della crisi che egli riterrà più opportuno". In altre parole, palla al capo dello Stato.

Dal mattino 11 erano stati ascoltati Si-Sel e Ala di Denis Verdini. Poi era stata la volta Ncd di Angelino Alfano. Da Sel era giunto al Capo dello Stato un secco NO all'ipotesi di incarico di Premier per il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, chiedendo un "Governo di scopo" per rapida legge elettorale e al più presto nuove elezioni. Parere opposto quello di Denis Verdini di Ala.

Il Ministro dell'Interno e leader NCD Angelino Alfano, che non aveva spinto per il voto immediato, annunciava la disponibilità a un Governo ampio "che affronti subito la legge elettorale", anche con un possibile reincarico a Renzi. "Siamo per un Governo vero che affronti seriamente tutte le emergenze. Piena fiducia in Mattarella".

Venerdi (due giorni fa, n.d.r.) Mattarella aveva consultato i "piccoli" partiti, quelli numericamente più limitati: il giro di consultazioni era iniziato con IdV, che si era detto favorevole ad un governo di unità nazionale per fare la riforma elettorale e poi andare a nuove elezioni. Per il voto subito si era espressa anche Giorgia Meloni di FdI.

Svp denunciava che votare con l'Italicum è "impraticabile", sollecitando una immediata modifica della legge e, a seguire, nuove elezioni. A favore di una modifica "prima" della legge elettorale si erano espressi anche Pippo Civati di Alternativa Libera, Gal, Flavio Tosi di Fare e Guglielmo Vaccaro di Idea.

L'idea di un Governo di scopo era piaciuta a Riccardo Nencini di Psi, mentre Rocco Buttiglione di Udc si era focalizzato sulla necessità di cambiare la legge in senso maggioritario, e non proporzionale come vorrebbe Berlusconi.

Il Presidente Mattarella, ricordiamo, era innanzi tutto alla ricerca di un Governo che potesse modificare la legge elettorale. Legge che, oltretutto, il prossimo 24 gennaio dovrà passare sotto le forche caudine della Corte Costituzionale. I giudici della Consulta dovranno, infatti, pronunciarsi sulla costituzionalità o meno di quel tanto contestato "Italicum", tra l'altro "confezionato" solo per l'elezione della Camera dei Deputati, avendo considerato il Senato ormai "superato" dalla Riforma. Riforma appunto clamorosamente bocciata dal voto popolare dei giorni scorsi.

Matteo Renzi, intanto, è a casa nella sua Pontassieve, vicino a Firenze, da dove ha inviato un saluto con un twitt: "Torno a casa da semplice cittadino, senza stipendio né pensione".


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