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Presidente Abi Patuelli: siano resi noti nomi debitori delle banche salvate

Occorre un'eccezione alle attuali regole sulla privacy che contribuirebbe anche ad accertare i casi di "mendacio bancario"

Economia, Finanza
Presidente Abi Patuelli: siano resi noti nomi debitori delle banche salvate
(Teleborsa) - Se le banche vengono salvate con i soldi pubblici è eticamente giusto che si conoscano i nomi dei principali debitori. E' la ferma convinzione del presidente dell'Abi Antonio Patuelli che, riferendosi implicitamente al caso MPS, chiede, a titolo personale, che si faccia eccezione alla legge sulla privacy e vengano così resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche che sono state salvate. Richiesta avanzata a titolo personale per "non aver avuto ancora il tempo di discuterne all'interno dell'Associazione", come sottolinea lo stesso Patuelli.



"Io chiedo a titolo personale - ha precisato il Presidente Abi - che vengano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche che sono state salvate. E per farlo, penso al varo di una norma di legge sia per le banche risolute sia per quelle preventivamente salvate dallo Stato. Bisognerebbe cioè fare un'eccezione alle attuali regole della privacy proprio alla luce del fatto che si tratta di banche nelle quali sul piano della risoluzione o del salvataggio preventivo è intervenuto lo Stato o le altre banche e i risparmiatori".

"Una norma come quella proposta - aggiunge Patuelli - farebbe più chiarezza e contribuirebbe anche a evidenziare più facilmente i casi di violazione di una norma che si chiama mendacio bancario, attualmente vigente e che si verifica quando qualcuno prende in prestito dei quattrini raccontando cose false alla banca a cui li chiede in prestito. La legittimità di questa semplice norma, che può essere anche un emendamento, deriva eticamente dal fatto che se lo Stato decide di fare un intervento preventivo, vi può essere un'eccezione alla regola della privacy".

"Lo stesso avrebbe valore - osserva ancora Antonio Patuelli - nel caso in cui, come avvenuto con il provvedimento del 22 novembre 2015, lo Stato ha deliberato di procedere con la risoluzione per le 4 banche in crisi. In quel caso ha costretto i risparmiatori da un lato e tutte le altre banche italiane dall'altro a sacrifici. Per me, è eticamente giusto che si vedano quali sono stati almeno i principali debitori insolventi".

"A livello etico le ragioni delle normative sulla privacy non sussistono se c'è un intervento preventivo dello Stato o un intervento dello Stato per salvare una banca a carico delle altre banche concorrenti e dei risparmiatori. Se si chiede la solidarietà pubblica - sottolinea - non ci può essere la solidarietà degli altri e il vecchio segreto bancario".
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