(Teleborsa) - In scia al voto del Regno Unito a favore dell’uscita dall'Unione Europea, la reazione dell’economia britannica e del mercato azionario locale è stata più pacata del previsto.
La sterlina, invece,
si è indebolita. Ma
ora che l’articolo 50 è stato attivato, cosa succederà?
"Il deprezzamento della sterlina ha rispettato ampiamente le attese e ora stiamo iniziando a vedere che gli effetti inflazionistici sui prezzi più elevati delle importazioni stanno iniziando a impattare sull'inflazione delle famiglie”, ha commentato Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, di Schroders (società di risparmio gestito inglese quotata sulla piazza di Londra).
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L’inflazione ha continuato ad accelerare e attualmente è al 2,3%.
Prevediamo che salga fino al 3,5% entro la metà di quest’anno, il che implica che il reddito disponibile calerà ulteriormente nei prossimi trimestri,
spingendo le famiglie a ridurre o le spese o i risparmi”.
Per quanto riguarda l’ambito dei negoziati, la prima area di dibattito sarà il
costo dell’uscita, basato sulle attuali liability del Regno Unito. Questa questione
può potenzialmente ritardare i negoziati su altri aspetti, con il rischio per entrambe le parti di non avere più tempo per completare le trattative e per arrivare a una conclusione adeguata e quindi a un assestamento per il Regno Unito.
Se non verrà raggiunto un accordo entro i tempi stabiliti, spiega Zangana, “
potremmo trovarci nello scenario di Hard Brexit, cioè nell'eventualità di un abbandono unilaterale dall'UE, senza alcun accordo sul commercio o su qualsiasi altro aspetto della relazioni”. Questo sarebbe un “esito piuttosto negativo” per tutte le parti, salvo che per i più convinti all’interno dell’attuale Governo britannico.