(Teleborsa) -
Il giorno di Alitalia è arrivato. Oggi i soci del vettore italiano, le banche ed i partner industriali (Etihad), voteranno il
commissariamento della compagnia aerea.
L'
assemblea straordinaria si riunirà in seconda convocazione per deliberare in merito alla
richiesta di amministrazione controllata al Ministero dello Sviluppo Economico (cosiddetta legge Marzano), dopo il
fallimento del referendum dei dipendenti sulla proposta di accordo raggiunta dall'azienda con i sindacati.
In assemblea interverranno ovviamente
Etihad che detiene la maggioranza assoluta del 51% e (al 40%),
CAI che comprende le banche (
Intesa Sanpaolo e
Unicredit) e
Poste. Per deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria, i soci di Alitalia dovranno prima esaminare la situazione economico-patrimoniale della compagnia, accertare la riduzione del capitale sotto i limiti di legge e l'impossibilità a ricostituire lo stesso.
A quel punto, il
CdA della compagnia si riunirà (sempre oggi) per la
richiesta di amministrazione straordinaria al Ministero, mentre competerà al Governo nominare
due commissari straordinari: si parla già dell'attuale presidente
Luigi Gubitosi e si fa anche il nome dell'ex commissario dell'Ilva
Enrico Laghi.
Quale futuro per Alitalia? Dato che il Governo ha più volte
escluso la nazionalizzazione, le ipotesi sono almeno tre: il
rilancio della compagnia mediante nuovo accordo con i sindacati, che dopo il NO al referendum hanno fatto un "mea culpa" sulla decisione di lasciare in mano ai lavoratori il destino dell'accordo faticosamente raggiunto con l'azienda; la ricerca di un
cavaliere bianco, cioè di un compratore disposto (anche in cordata) ad accollarsi la gestione della compagnia in crisi e risanarla con eventuali sinergie ed economie di scala, una ipotesi che appare certamente improbabile dato che i papabili (Lufthansa in primis) si sono già defilati; il cosiddetto
spezzatino, cioè la suddivisione del gruppo in più parti che singolarmente avrebbero un valore e potrebbero far gola ad altri player del mercato.
Tutto dipenderà poi da cosa deciderà il Governo e da
Matteo Renzi, di nuovo Segretario del Pd da ieri, anche se l'ex premier ha già detto la sua citando il
modello Meridiana. Comunque vada ormai il
prezzo da pagare sarà salatissimo per i 12.500 lavoratori della compagnia in crisi, che dovranno sottostare a pesanti tagli o alle ripercussioni di una liquidazione.