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USA, l'FMI taglia le stime sul PIL. Il target di Trump è "troppo ambizioso"

Secondo l'Istituto di Washington il ritmo di crescita dell'economia indicato dal Presidente americano è difficilmente raggiungibile

Economia
USA, l'FMI taglia le stime sul PIL. Il target di Trump è "troppo ambizioso"
(Teleborsa) - Colpo di scure da parte del Fondo Monetario Internazionale sull'economia degli Stati Uniti.

Secondo l'Organizzazione con sede a Washington il PIL a stelle e strisce dovrebbe crescere del 2,1% sia quest'anno che nel prossimo. Si tratta di un ritmo più blando rispetto al +2,3% e +2,5% (rispettivamente 2017 e 2018) previsti nel World Economic Outlook diffuso ad aprile.

Ad influenzare questo cambio di stime il fatto che molti dettagli della riforma fiscale e del taglio della spesa pubblica promessi dal presidente USA Donald Trump "non sono ancora stati decisi". Per via di questa incertezza, l'FMI presuppone nei suoi calcoli che nulla cambi rispetto al quadro attuale. Nel computo del nuovo outlook, che giunge alla fine della missione condotta nella prima economia al mondo in vista della pubblicazione dell'Articolo IV, è stato dunque escluso qualsiasi effetto dato da una potenziale adozione di stimoli fiscali da parte dell'amministrazione Trump.

Il Fondo ha inoltre precisato che anche nella migliore delle ipotesi, il target di crescita promesso dall'inquilino della Casa Bianca è giudicato difficile da raggiungere.

Nonostante questa revisione al ribasso, secondo l'Istituto guidato da Christine Lagarde a fare comunque da traino sono una "crescita solida dei consumi" e un "rimbalzo ciclico degli investimenti provati". Non per niente "l'economia USA si trova nella sua terza più lunga espansione dal 1850", con il PIL reale cresciuto del 12% rispetto al suo picco pre-recessione, si legge nel rapporto.

Tuttavia "l'outlook è offuscato da squilibri importanti di medio termine" tra i quali il debito pubblico in rialzo, un dollaro relativamente sopravvalutato (di circa il 10-20%), un deficit/PIL visto intorno al 3% e una posizione di investimenti internazionali netti che si è deteriorata marcatamente negli ultimi anni.

Stando all'FMI, la crescita post crisi è stata "troppo bassa e troppo diseguale". Anche per questo il target di crescita del 3% annuo del PIL che Trump punta ad ottenere è considerato "difficilmente raggiungibile".

Altolà del Fondo alla volontà di Trump di smantellare la riforma finanziaria voluta da Obama dopo la crisi del 2008-2009 in quanto, si legge nel rapporto, l'impianto regolatorio del sistema finanziario americano va preservato.

La deregulation generale, invece, è "benvenuta" purché presti la dovuta attenzione alle conseguenze negative su ambiente, sicurezza del posto di lavoro e protezione di lavoratori a basso reddito.

Il Fondo è invece d'accordo con Trump sulla necessità di un riforma per rendere il sistema fiscale "più semplice, con aliquote più basse e meno esenzioni". L'importante, spiegalo staff del Fondo, è "incentivare la partecipazione alla forza lavoro, mitigare la polarizzazione dei redditi e sostenere i redditi delle famiglie a reddito medio-basso".

Quanto alla politica monetaria, secondo l'FMI la Federal Reserve "dovrebbe continuare ad alzare i tassi" visto che ha praticamente compiuto il suo doppio mandato, quello del raggiungimento di una stabilita' dei prezzi e di una piena occupazione.
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