(Teleborsa) -
L'occupazione è in crescita in Italia nei primi mesi del 2017, come
confermato anche dall'Istat, ma i nuovi assunti sono s
empre meno in pianta stabile e sempre più a tempo determinato, con un significativo
boom dei contratti a chiamata rispetto all'anno scorso.
Secondo l'
Inps,
le assunzioni nei mesi di gennaio-luglio superano le 4 milioni di unità (+18,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), di cui la
maggior parte a termine (+25,9%) e con contratto di
apprendistato (+25,9%), mentre
sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-4,6%: questo calo rispetto al 2016 è interamente imputabile alle assunzioni a part time).
Tra le assunzioni a termine, appare significativo l’incremento dei
contratti di somministrazione (+20,4%) e ancora di più quello dei contratti di
lavoro a chiamata che sono passati da 112 mila (2016) a 251 mila (2017), con un incremento del
124,7%. Questo aumento, a parere dell'istituto previdenziale,
si può spiegare con la necessità di sostituire i voucher , e spiega in parte anche il trend dei contratti a termine e di somministrazione.
Di conseguenza, si registra un’
ulteriore compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni
(24,2% nei primi sette mesi del 2017) mentre nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato, era stato raggiunto il picco del
38,8%.