(Teleborsa) -
Il 2017 può considerarsi un anno piuttosto buono per le banche italiane ed europee che, a fronte della crescita dell’attività di credito, che si riflette sulle commissioni, riportano
miglioramenti nella qualità del credito, testimoniata dal calo delle sofferenze e dal rafforzamento dei ratio patrimoniali.
Secondo l’ultimo rapporto dell’ABI sul mercato bancario europeo, lo
stock di crediti erogati è cresciuto in media dell’1,7% mentre gli
NPL (crediti deteriorati) si sono
ridotti di circa l’11%. L’Italia non è da meno e vede i principali gruppi bancari chiudere l’esercizio 2017 con un aumento dei proventi e della redditività e una progressiva riduzione del peso degli NPL, grazie anche alle cessioni di sofferenze annunciate ed in fase di completamento.
Sempre l’ABI segnala nel rapporto sulle sofferenze bancarie, che il
monte sofferenze delle banche italiane si è
ridotto nel 2017 del 26%.
Va ricordato che lo scorso anno è stato caratterizzato anche da un drastico
cambio dello scenario di riferimento del panorama bancario italiano, a causa di fallimenti (
banche venete) e operazioni di aggregazione (
Banco BPM). In particolare vanno menzionate alcune particolari operazioni che si sono riflettute sul bilancio:
Intesa Sanpaolo è intervenuta nel
salvataggio delle due banche venete (Veneto Banca e BPVi) ricevendo un contributo “cash” di 3,5 miliardi dal governo,
Unicredit ha
ceduto Bank Pekao e
Pioneer ad Amundi in primavera,
UBI Banca ha
rilevato 3 “good bank” risanate con il decreto Salva-banche (Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti),
BPER ha acquisito la
quarta “good bank” (Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara),
Banco BPM nasce dall'aggregazione di Banco Popolare e BPM
effettiva dal 1° gennaio 2017.
L’andamento dei proventi core si conferma positivo grazie alle commissioni, poiché gli interessi attivi risentono ancora del persistere di una politica monetaria accomodante da parte della BCE, che
lascerà i tassi di riferimento ai minimi storici ancora per un lungo periodo.
E’ con questi presupposti che le banche tricolore si preparano ora a pubblicare i conti del 1° trimestre, che dovrebbero evidenziare un ulteriore miglioramento in termini di sofferenze e solidità patrimoniale.
PROVENTI CORE 2017 IN AUMENTO GRAZIE ALLE COMMISSIONI Proventi "core" interessi & commissioni | 2016 | 2017 | Var. % | Commissioni Var. % | Interessi Var. % |
Intesa Sanpaolo | 14.625 | 14.846 | 1,5% | 5,5% | -2,5% |
Unicredit | 16.750 | 17.007 | 2,6% | 7,1% | -0,1% |
UBI Banca | 2.833 | 3.173 | 12% | 15,8% | 8,6% |
Banco BPM | 4.011 | 4.207 | 4,9% | 10% | 0,3% |
BPER | 1.883 | 1.865 | -1% | 2,9% | -3,9% |
Finecobank | 492 | 535 | 8,7% | 11,2% | 6,1% |
Totale | 40.414 | 41.633 | 3% | | |
Dati in milioni di euroI
proventi “core”, vale a dire interessi attivi e commissioni, evidenziano un andamento generalmente positivo, grazie al boom delle
commissioni. Certamente, la politica di “tassi zero” della BCE continua ad influenzare gli
interessi attivi, una delle due maggiori fonti di introito delle banche, che quindi hanno reagito espandendo l'altra voce. Nel complesso si rileva una
crescita dei proventi “core” del 3% ad oltre 41,6 miliardi di euro per le sei banche quotate nel FTSE MIB.
La
crescita più forte è stata riportata da
UBI Banca, che registra un
aumento dei proventi del 12% a quasi 3,2 miliardi di euro, grazie alla crescita combinata sia delle commissioni (+15,8%) sia degli interessi attivi (+8,6%).
Bene anche
FinecoBank che riporta un aumento dei proventi dell’8,7% a 535 milioni (commissioni +11,2% interessi attivi +6,1%).
Fra grandi banche
Intesa registra un aumento dei ricavi contenuto dell’1,5%, laddove l’aumento sulle commissioni (+5,5%) viene compensato dal calo degli interessi (-2,5%). Speculare la situazione per
Unicredit che vede crescere i proventi del 2,6% (commissioni +7,1% interessi -0,10%).
Fra le banche popolari si distingue
Banco BPM (+4,9% i proventi) grazie al boom della voce commissioni (+10%) ed alla stabilizzazione della voce interessi (+0,3%). Resta sotto pressione la più piccola
BPER che vede calare i proventi core dell’1% a fronte di una crescita delle commissioni (+2,9%) che non è riuscita a compensare la caduta degli interessi (-3,9%).
GESTIONE OPERATIVA IN CRESCITA A DUE CIFRE Risultato gestione | 2016 | 2017 | Var. % |
Intesa Sanpaolo | 8.273 | 8.438 | 2% |
Unicredit | 7.143 | 8.268 | 15,7% |
UBI Banca | 966 | 1.151 | 19,2% |
Banco BPM | 981 | 1.579 | 60,9% |
BPER | 800 | 742 | -7,2% |
Finecobank | 329 | 348 | 6% |
Totale | 18.492 | 20.526 | 11% |
Dati in milioni di euroLa gestione operativa delle sei banche evidenzia una solida crescita della redditività (+11%). Più nel dettaglio,
Banco BPM beneficia degli
effetti dell’aggregazione, che ha spinto il risultato della gestione operativa a
1,58 miliardi (+61%), ma il risultato è in crescita a due cifre anche per
UBI Banca (+19,2%) ed
Unicredit (+15,7%) che supera gli 8 miliardi.
Performance eccellente anche per
Finecobank che segna un +6%, mentre
Intesa Sanpaolo accresce la gestione operativa del 2% a oltre 8,4 miliardi. Modesto il risultato di
BPER (-7,2%).
CONTI TORNANO IN ATTIVO Risultato netto | 2016 | 2017 |
Intesa Sanpaolo | 3.111 | 7.316 |
Unicredit | -11.790 | 5.473 |
UBI Banca | -830 | 691 |
Banco BPM | -1.614 | 2.616 |
BPER | 16 | 177 |
Finecobank | 212 | 214 |
Totale | -10.896 | 16.487 |
Dati in milioni di euroGrazie alla ripresa dell’economia, dei proventi ed alla solida gestione operativa, le
banche rivedono l’utile anche a livello di risultato netto. Se alla fine del 2016 si erano accumulate perdite per quasi 11 miliardi di euro, a fine 2017 sono stati generati
utili complessivi per 16,5 miliardi.
Intesa Sanpaolo riporta un risultato netto di
7,3 miliardi, più che raddoppiato rispetto all'anno prima, ma il risultato
include i 3,5 miliardi “cash” corrisposti dallo Stato per l’acquisto delle banche venete. Al netto di questa posta e considerando gli effetti dell’aggregazione ha registrato una
crescita dell’utile del 22,6% a 3,8 miliardi circa.
Unicredit chiude in attivo, con un
utile contabile di quasi 5,5 miliardi di euro, ma escludendo l’impatto delle
cessioni di Bank Pekao e Pioneer, si attesterebbe a circa 3,7 miliardi. In realtà, anche l’esercizio 2016 incorporava componenti non ricorrenti (la fetta più grande gli oneri per l’avvio del
piano Trasform 2019 gravanti sul 4° trimestre per 13,2 miliardi), al netto dei quali si sarebbe rilevato un utile di 1,3 miliardi.
Risultato in attivo anche per
UBI Banca, che riporta un
utile di 691 milioni rispetto alla perdita di 830 milioni di UBI “stand alone” (non considerando l’impatto trascurabile delle tre banche acquisite). Anche escludendo le componenti non ricorrenti il risultato sancirebbe comunque un ritorno in utile per 189 milioni.
Banco BPM riporta un
utile di 2,6 miliardi, che si confronta con una perdita di 1,6 miliardi nel 2016, ma escludendo badwill e impairment chiude in utile per 558 milioni.
Fra le realtà più piccole,
BPER vede lievitare l’utile a 177 milioni dai 16 milioni dell’anno prima e
Finecobank riporta una piccolissima crescita a 214 milioni (212 milioni nel 2016).
SOFFERENZE IN PERSISTENTE RIDUZIONE Stock crediti deteriorati | 31 dicembre 2016 | 31 dicembre 2017 | Var. % |
Intesa Sanpaolo | 29.767 | 25.464 | -14,5% |
Unicredit | 25.000 | 21.200 | -15,2% |
UBI Banca | 9.258 | 8.161 | -11,8% |
Banco BPM | 16.200 | 13.000 | -19,8% |
BPER | 6.190 | 5.400 | -12,8% |
Dati in milioni di euroA fronte del buon andamento della gestione, si registra un proporzionale
miglioramento della qualità dell’attivo, motivato perlopiù dalla progressiva
riduzione delle
sofferenze e più in generale dello
stock di crediti deteriorati (che includono sia le sofferenze vere e proprie che i crediti scaduti o non esigibili).
Riduzione a due cifre in percentuale per tutte le banche esaminate:
Intesa Sanpaolo vede scendere lo stock di
crediti deteriorati (NPL) netti a 25,5 miliardi di euro, di cui 12,6 miliardi sono in sofferenza.
Allo stesso modo, Unicredit riporta un calo di crediti deteriorati a 21,2 miliardi, mentre
UBI evidenzia uno stock di crediti deteriorati in calo a 8,2 miliardi e
Banco BPM a 13 miliardi, mentre
BPER vece scendere gli NPL a 5,4 miliardi.
CRESCONO I PARAMETRI DI SOLIDITA’ RICHIESTI DALLA BCE CET1 Ratio | 31 dicembre 2016 | 31 dicembre 2017 |
Intesa Sanpaolo | 12,7% | 13,3% |
Unicredit | 7,54% | 13,6% |
UBI Banca | N.D. | 11,43% |
Banco BPM | 11,94% | 12,36% |
BPER | 13,27% | 13,81% |
Finecobank | 22,9% | 20,77% |
Come noto i parametri di solidità patrimoniale sono
determinati dalla BCE in base ad un test condotto denominato
SREP, a partire da quello indicato per il paese e determinato poi caso per caso sulla base di una serie di parametri. La situazione al 31 dicembre 2017 però confermava il
progressivo riallineamento delle banche italiane verso i valori fissati dalla BCE.