(Teleborsa) - Nei prossimi cinque anni, si stima che la macchina della
pubblica amministrazione avrà bisogno di oltre
740mila nuovi occupati, più di 690mila dei quali per il naturale turnover dei dipendenti. È quanto mostrano le
"Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025)" elaborate nell’ambito del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere, in collaborazione con ANPAL.
Nel
settore privato, invece, la richiesta sarebbe compresa tra
1,7 e 2,1 milioni di dipendenti e 1-1,1 milioni di lavoratori autonomi. Circa il 70% delle opportunità lavorative che si verranno a creare sarà legata alla sostituzione di
personale oggi occupato. L'aumento dello stock di occupati rispetto alla fine del 2020 sarà compreso tra
190 mila e 260 mila unità in media annua nel 2021-2025, a seconda dello scenario di espansione economica che si considera. L'Italia potrebbe ritornare ai livelli occupazionali pre-Covid, del 2019, nel
2023 secondo lo scenario meno favorevole, che incorpora l'ipotesi di recrudescenza della pandemia, oppure nel
2022 secondo lo scenario più favorevole.
A livello
settoriale nel quinquennio dovranno essere sostituiti circa 340mila occupati nella filiera "
salute" (per oltre la metà determinata dalla domanda di dipendenti pubblici per la sanità), 387mila unità negli "altri servizi pubblici e privati" (soprattutto nei servizi generali della P.A.), 451mila lavoratori nel "commercio e turismo" (per il 75% nel commercio).