(Teleborsa) -
Prima giornata fruttuosa per Giorgia Meloni a Bruxelles. La Presidente del Consiglio ha incassato l'approvazione del Presidente UE sulla questione migranti, concludendo la giornata con un
tardo bilaterale con il Presidente francese Emmanuel Macron, con il quale c'è stato un disgelo dopo il confronto/sconto al precedente vertice sulla questione immigrazione.
La Meloni e Macron hanno avuto un
lungo faccia a faccia, durato oltre un'ora e mezza, all'hotel Amigo nel centro storico di Bruxelles, avvenuto nella tarda serata, in via informale, agli ultimi piani della struttura, senza le delegazioni dei due presidenti. Al centro del dibattito il tema caldissimo dei
flussi migratori, ma anche il
sostegno all'Ucraina, la
politica industriale europea,
l'energia, lo
spazio e la riforma del
Patto di stabilità e crescita.
Dei flussi migratori si è occupata
Giorgia Meloni nel corso del vertice,
lanciando un allarme inequivocabile:
"se la Tunisia crolla del tutto, si rischia una catastrofe umanitaria con 900mila rifugiati". E l'Italia non è in grado di reggere l'onda d'urto. Un avvertimento che arriva dopo le conclusioni del Presidente del consiglio europeo
Charles Michel, che ha ribadito la
necessità di una rapida attuazione del Piano d'Azione della Commissione ed espresso apprezzamento nei confronti del governo italiano per accelerazione impressa al dossier migranti.
Di Patto di stabilità probabilmente si parlerà oggi al vertice di Bruxelles. Un argomento sul quale- ha chiarito ieri dalla Premier -
"ci sono visioni sempre abbastanza differenti". "Io penso che l’UE debba imparare dai suoi errori, dal passato", ha spiegato ieri al suo arrivo Meloni, aggiungendo "oggi tutti i Paesi devono sostenere importanti investimenti per la transizione ecologica e digitale e per le catene di approvvigionamento strategiche e non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance". Per questo - ha concluso -
"serve una governance più attenta alla crescita e meno concentrata sulla stabilità".