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Russia, Putin rieletto presidente con l'87,5%

Nessun osservatore internazionale e nessuna opposizione. "Elezioni né libere né democratiche", il commento dei governi occidentali.

Economia
Russia, Putin rieletto presidente con l'87,5%
(Teleborsa) - Come ampiamente previsto Vladimir Putin è stato rieletto presidente della Russia. La Commissione elettorale centrale ha comunicato che ha votato per Putin l'87,5% degli elettori che si sono recati alle urne (l'affluenza secondo i media locali ha superato il 74% degli aventi diritto al voto, massimo storico dalle prime elezioni presidenziali dirette nel 1991), la percentuale più alta mai ottenuta dal presidente russo da quando è diventato per la prima volta presidente nel 2000. Nel 2018 il presidente era stato eletto con il 76,69 per cento dei voti, nel 2012 con il 63,6.

Putin resterà al Cremlino quindi almeno fino al 2030 quando potrà candidarsi nuovamente dopo che nel 2020 ha riformato le clausole della Costituzione che gli impedivano di restare al potere. Il secondo candidato più votato è stato il comunista Nikolai Kharitonov con il 4% dei voti, seguito dal rappresentante del partito Nuovo Popolo, Vladislav Davankov, con il 3,86%. L'ultimo candidato è l'ultranazionalista Leonid Slutski, con il 3% dei voti. L'opposizione al Cremlino non ha invece potuto partecipare alle elezioni, poiché la Commissione per vari motivi tecnici o difetti formali non ha registrato i suoi candidati.

Alle elezioni non era presente nessun osservatore occidentale. La Commissione elettorale ha negato che si siano verificate gravi irregolarità. "I dipendenti degli organi degli affari interni non hanno identificato alcuna violazione della legislazione elettorale che potrebbe influenzare direttamente i risultati elettorali nelle specifiche commissioni elettorali distrettuali", ha dichiarato il viceministro degli Interni, Alexander Gorovoy.

Esperti indipendenti e stampa in esilio hanno denunciato invece diversi casi di manipolazione elettorale. Migliaia gli oppositori russi del Cremlino che hanno deciso di accogliere l'invito della moglie del dissidente ucciso in carcere Alexei Navalny di votare in massa a mezzogiorno in una dimostrazione di rifiuto coordinato dall'opposizione contro la politica di Putin e la guerra in Ucraina.

"Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari ed hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente. Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all'Ucraina nel rispetto del diritto internazionale", ha commentato su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Una posizione espressa da tanti esponenti di governi occidentali. "Le pseudo-elezioni in Russia non sono né libere né giuste, il risultato non sorprenderà nessuno", ha scritto sempre sui suoi canali social il ministero degli Esteri della Germania. "Il governo di Putin è autoritario, si basa sulla censura, sulla repressione e sulla violenza. Le 'elezioni' nei territori occupati dell'Ucraina sono nulle e costituiscono un'altra violazione del diritto internazionale", ha aggiunto il dicastero. Le elezioni presidenziali in Russia "non sono ovviamente ne' libere ne' regolari", ha commentato anche la Casa Bianca.
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