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Israele, risposta a Teheran potrebbe essere imminente

Economia
Israele, risposta a Teheran potrebbe essere imminente
(Teleborsa) - Israele è pronta a rispondere a Teheran con un attacco che potrebbe essere "imminente". A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu sembra essere intenzionato a replicare, a sua volta, a Teheran - che ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree - ha ammonito che l'eventuale azione armata di Israele stavolta "avrà una risposta molto dura".

Intanto, Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden prova a spegnere la reazione israeliana e fin dalle prime ore ha dichiarato che "occorre evitare un'escalation in Medio Oriente" ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che "il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta" all'affronto iraniano.

"Gli Stati Uniti non sono coinvolti", ha sottolineato Kirby, definendo poi "uno spettacolare fallimento" l'offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l'alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran "avesse fornito agli Usa tempi e target" dei raid.

"Non c'è altra scelta se non quella di rispondere all'attacco di Teheran", ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell'Idf, Herzi Halevi, ha confermato che "la risposta ci sarà". "Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta", ha avvertito.

"Tutti" stanno" facendo il massimo" dal punto di vista diplomatico per far sì che un'eventuale risposta di Israele non costituisca "un ulteriore grado in un'escalation", ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell, pur osservando che il primo ministro Benjamin Netanyahu "ha dimostrato di non dar troppo ascolto a quello che gli viene detto".

Tali sforzi, secondo Borrell, sono necessari in un momento in cui "il Medio Oriente è sull'orlo dell'abisso" per il rischio di "una guerra regionale "con "conseguenze terribili" per l'area.
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