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Un'Italia debole: poche grandi imprese ma senza alternative

E' questo uno dei grandi limiti alla crescita economica del nostro Paese ed alla vitalità della grande impresa, soprattutto di quella che opera prevalentemente sul mercato interno. Ha stimoli scarsi, ed accumula inefficienze finché non viene attaccata; se opera all'estero è sicuramente più competitiva, ma altrettanto vulnerabile, perché se sbaglia strategia dall'interno non c'è rincalzo.

Non è un destino: ci sono Paesi piccolissimi dal punto di vista territoriale le cui imprese hanno spesso una dimensione internazionale straordinariamente più grande, come l'Olanda. Forse accade perché hanno avuto una grande esperienza coloniale, abituati a trarre profitto dalla conquista economica fuori dei confini nazionali.

Lo stesso accade per le inchieste giudiziarie: ne bastano poche per sentire il sistema economico assediato. La concentrazione del potere in poche grandi aziende toglie il respiro anche sotto il versante della tutela della legalità: una sorta di cono d'ombra in cui non c'è alternativa possibile tra sopravvivenza e malcostume.

Per le amicizie, le cordate e le relazioni accade lo stesso: il canale è generalmente uno solo. Anche qui siamo di fronte ad una sorta di monopolio del potere, in cui i rapporti personali e quelli economico-finanziari si intrecciano in continuazione. Nulla di male, perché è così dappertutto nel resto del mondo, salvo il fatto che quando la cordata è una sola, ad arrampicarsi sono sempre gli stessi. O magari le cordate in Italia sono sempre e solo le stesse, quelle che governano vestendo le medesime casacchine dei partiti che tanto fanno comodo per dissimulare le identità.

Poche imprese grandi in un Paese troppo piccolo. Poche grandi cordate cui tutti si aggrappano. E quando viene giù qualcuno, viene giù tutto.

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