In altri momenti, fino a qualche settimana fa, una caduta così consistente delle borse sarebbe stata un forte richiamo per la liquidità che langue a rendimenti vicini a zero. Questa volta, tuttavia,
lo spettro di Ebola, alimentato da certe previsioni particolarmente fosche, ha frenato la mano dei compratori, che vogliono evidentemente vederci più chiaro.
Per fortuna ci sono alcuni elementi positivi (o potenzialmente tali) che potrebbero indurre a non considerare conclusi definitivamente il grande ciclo rialzista delle borse e, soprattutto, la ripresa globale iniziata nel 2009.
Il primo, anch’esso non previsto dai modelli econometrici, è l’
impressionante discesa del petrolio, che ha tutta l’aria di essere strutturale. Per i paesi importatori ha lo stesso effetto di un taglio delle imposte sui consumi. L’America, per quanto produttore di quantità crescenti di
greggio e di gas, è ancora importatore netto e quindi trae anch’essa beneficio dalla nuova situazione, anche se meno di Europa, Asia e Giappone.
Il secondo è che gli
utili del terzo trimestre, in via di pubblicazione, sono nel complesso all’altezza delle previsioni.
Il terzo è il già evidente
cambiamento nella retorica della Fed. Fino a oggi le colombe si affannavano a sottolineare i punti deboli dell’economia americana con l’obiettivo di giustificare QE e tassi a zero. Oggi insistono invece sulla sua forza strutturale, cercando così di infondere fiducia nei mercati. Nonostante questo, fanno capire che terranno i tassi a zero, in caso di bisogno, più a lungo di quanto non si era incominciato a pensare.
Il quarto è che sta allargandosi velocemente la consapevolezza che le
politiche fiscali dovranno tornare ad affiancare le politiche monetarie nel sostegno alla domanda. Non lo dice più solo Krugman, lo affermano anche Schauble in Germania e, novità assoluta, repubblicani moderati come Glenn Hubbard, già capo dei consiglieri economici di Bush figlio. Una vittoria repubblicana anche al Senato potrebbe addirittura facilitare la cosa. In Europa, per non appesantire i disavanzi pubblici e non privare Schauble dello scopo della sua vita, il pareggio di bilancio tedesco nel 2015, si cercherà di usare al massimo la Bei e di attivare partnership tra pubblico e privato. I tempi purtroppo non saranno brevissimi, ma il messaggio sarà importante.
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