Facebook Pixel
Milano 25-apr
33.939,75 0,00%
Nasdaq 25-apr
17.430,5 -0,55%
Dow Jones 25-apr
38.085,8 -0,98%
Londra 25-apr
8.078,86 0,00%
Francoforte 25-apr
17.917,28 0,00%

Natale russo, Capodanno greco

La geopolitica ritorna prepotente sulla scena

La Russia è la grande vittima di quello che sta accadendo. L’America, nei giorni scorsi, ha accarezzato l’idea di fare saltare Putin e di fare tornare la Russia ai tempi di Eltsin, quando era inoffensiva e in bancarotta. Putin ha agito in modo razionale, arretrando significativamente ma tracciando una linea da non superare. Senza troppo clamore ha congelato la situazione militare in Ucraina e fatto arretrare le forze filorusse. Sul piano più importante, quello politico, ha cercato di presentare la Russia non come un antagonista dell’Occidente ma come un mediatore. Non vogliamo, ha detto Lavrov a Kerry, essere per forza un alleato della Siria, dell’Iran, di Hizbullah e del Venezuela, vogliamo solo essere un mediatore tra questi e gli Stati Uniti. Anche sull’Ucraina ci proponiamo in questo ruolo e, dopo la Crimea, non vogliamo annettere più niente. Chiediamo solo che la Nato non entri nel paese e un po’ di autonomia per i russofoni.

D’incanto la pressione occidentale si è arrestata. La campagna sul default russo imminente e sulla disperata e controproducente difesa del rublo è cessata. Putin si lecca le ferite ma è ancora in piedi. Spingere la Russia nel precipizio, per l’Occidente, avrebbe significato un’onda d’urto di ritorno fatta di vero default russo e recessione europea. Ancora peggio, al posto diPutin sarebbe potuto arrivare un nazionalista o un militare pronto a sfoggiare, nella disperazione, il suo arsenale nucleare.

Natale ortodosso in GreciaNatale tranquillo, dunque, con l’ulteriore conforto, per i mercati, di un buffo e aggrovigliato comunicato del Fomc che si sforza di non dire nulla di nuovo ma lo fa con un tono gentile e premuroso. Terremo le mani libere, è il senso, ma sappiate che siamo sempre con voi.

Ci si stava cominciando a preoccupare per la Grecia, ma l’arrivo della crisi russa ha ridimensionato, agli occhi dei mercati, il previsto flop di Samaras nella prima votazione per il presidente della repubblica.

Per ora si fa festa. Il 29 dicembre, il giorno dell’ultima e decisiva votazione greca, appare lontano. L’Europa sta scendendo in campo con grande pesantezza per spaventare gli elettori greci. Non vi faremo nessuno sconto, lasceremo fallire le vostre banche, perderete i vostri depositi come è successo a Cipro. E sarete anche isolati, nessuno piangerà per voi, Italia e Francia non faranno asse con Tsipras. L’Europa ha rinunciato a farsi amare e punta al farsi temere, cosa che spesso funziona di più.

Sul Qe europeo, l’opposizione di Weidmann si fa sempre più stizzita e sfiora l’isteria. Non va presa alla lettera, ma rende più probabile, in gennaio, un Qe composto da corporate bond che rinvii a marzo la parte sui governativi.

Il 2015 si preannuncia movimentato, ma non così tanto da rovinare ulteriormente l’atmosfera di fine anno.

Buone feste a tutti.


Condividi
"
Altri Top Mind
```